Lo Giudice: «Barbarie sui nostri figli, ma sarà utile a tutti»
Diritti Il senatore Pd e papà rainbow: la nostra visibilità è dolorosa, ma solo così l’Italia può maturare
Diritti Il senatore Pd e papà rainbow: la nostra visibilità è dolorosa, ma solo così l’Italia può maturare
Una gogna, uno scontro di civiltà, Sergio Lo Giudice come definisce il ciclone contro il neopapà Nichi Vendola? «Una barbarie». È capitato prima a lui, un mese fa: Lo Giudice, che è un senatore del Pd, è stato il primo politico italiano a raccontare in tv del matrimonio con il suo compagno a Oslo e del piccolo nato in California da una gravidanza per altri. Come il figlio di Vendola. Poco meno di due anni, una meraviglia bionda che durante l’intervista sgranocchia un biscotto e si distrae con un cartone sull’iPad.
Una barbarie sulla sua paternità?
È uno dei temi delicati, una frontiera rispetto all’elaborazione sociale, culturale e politica di una comunità. Come adulterio, delitto d’onore, divorzio, aborto, omosessualità, hanno sempre sollevato differenze forti e accese. Oggi dovremmo affrontarli partendo da elementi di razionalità. L’opinione internazionale è divisa, sono diverse le politiche degli stati più avanzati: Usa, Canada, Gran Bretagna, Paesi bassi, Belgio e Grecia hanno una regolamentazione. Altri, come l’Italia, pochi, hanno sanzioni penali. Altri non normano, quindi non vietano. Di fronte a una tale complessità bisognerebbe entrare nel merito. Invece partono le crociate e gli insulti, soprattutto verso i bambini, la cosa che fa più male.
Appunto: i bambini sono finiti in mezzo alla barbarie. La scelta di fare coming out in tv non è troppo pesante per loro?
Sono dentro il percorso collettivo delle Famiglie Arcobaleno (l’associazione delle famiglie omogenitoriali, ndr). Da più di dieci anni ci interroghiamo sulla genitorialità attraverso le tecniche, una elaborazione importante che ha prodotto una carta etica a cui ci atteniamo. Significa che papà gay e le mamme lesbiche italiane fanno un ragionamento sul limite delle tecniche. La nostra genitorialità si basa su un principio di verità e trasparenza. Vuol dire che i bambini e le bambine conoscono o conosceranno tutto della loro identità. Nulla è fatto nell’ombra perché la loro venuta al mondo non ha niente di sbagliato o da nascondere. Da qui nasce la scelta della visibilità. Io sono stato molto esposto perché ricopro un ruolo pubblico, ma sono tante le coppie che in questi anni l’hanno fatto prima di noi.
C’è chi dice: il tritacarne mediatico era inevitabile, ve lo siete cercato.
Vuol sapere se me lo aspettavo? Sì. Ma non è inevitabile. Non dobbiamo dare per scontato che si arrivi all’insulto. Pensi a quello che è successo a Peppino Englaro quando ha deciso di rendere pubblica la storia di sua figlia Eluana. È stato massacrato come un assassino. Ma ha aiutato la maturazione civile del nostro paese.
I vostri bimbi sono piccoli. Non andrebbero tutelati, come e più degli altri?
Al di là dei seminatori di odio che oggi stanno sui giornali, questi bambini nei loro ambienti vivono sereni.
Stare sotto i riflettori non finisce per obbligarvi a maggiori attenzioni fra voi, e con i figli, rispetto alle famiglie etero?
Naturalmente. Ho letto uno sfogo di una mamma arcobaleno contro la legge sulle unioni civili senza adozioni. Diceva: ’abbiamo violentato le nostre famiglie, messe in piazza per nulla’. Oggi è in corso una battaglia, le famiglie arcobaleno la fanno con determinazione perché riguarda la felicità dei loro figli. È evidente che la protezione dei nostri figli è ancora più importante. Ma per una famiglia omogenitoriale questo aspetto è un tema quotidiano. Infatti i nostri sono figli particolarmente curati, accuditi e accompagnati.
Per accedere alla gravidanza per altri servono molti soldi. Per questo certa destra parla di «bambini comprati».
Il tema è se c’è un rapporto fra i genitori intenzionali, coppie gay solo nel 5 per cento dei casi, e la donna che offre il grembo. E se lei fa una scelta libera.
Come si accertano queste condizioni?
Negli Usa e in Canada per legge va verificato che le donne siano prive di bisogno economico e che abbiano una situazione familiare stabile. In più noi papà arcobaleno scegliamo che con la donna si attivi un rapporto personale che duri. Verificato questo, che in una spesa in gran parte sanitaria e assicurativa ci sia un rimborso per il lavoro cui si rinuncia per la maternità non mi pare un problema.
Queste donne non puntano ai soldi?
Non quelle di cui parlo io. In Cambogia, India, Nepal, Thailandia, Russia e Ucraina esiste un enorme tema sullo sfruttamento di donne povere e inconsapevoli.. Non c’è nulla da discutere, bisogna combatterlo e basta. Ma in questi posti le coppie omosessuali non sono ammesse alla gravidanza per altri. In California e in Canada invece sono donne che fanno scelte libere e consapevoli.
La gravidanza per altri può costare oltre 100mila euro, le donne che la fanno non possono essere indigenti. In pratica è una relazione fra ricchi?
Fino a pochi mesi fa in Italia anche la fecondazione eterologa se la potevano permettere solo i ricchi perché erano costretti ad andare all’estero e a spendere una barca di soldi: spese mediche, di agenzia, di intermediazione, avvocati, viaggi. Se vogliamo che sia per tutti, regolarizziamola.
La legge sulle adozioni promessa da Renzi si farà?
Inizierà l’iter in questa legislatura. Che lo concluda dipende. Anche da quanto durerà la legislatura. Non sono ottimista, ma è un bene che si inizi a parlarne.
Alfano dice che con Renzi ha un accordo perché non sia approvata.
Non lo so. Certo non è una legge meno complessa di quella sulle unioni civili.
Lei pensa che la legge sulle unioni con la stepchild adoption non era politicamente realistica?
Non credo, infatti mi sono battuto fino all’ultimo giorno perché la Cirinnà contenesse anche l’art.5. Comunque questa legge è di certo un passo avanti e ci aiuterà nelle aule dei tribunali, perché dice che la legge sulle adozioni dovrà essere interpretata «secondo le procedure proposte e consentite»: di fatto un lasciapassare per i giudici perché continuino nell’azione di riconoscimento delle adozioni dei figli degli omosessuali.
Insomma l’art.5 era solo una bandiera?
No, la norma avrebbe rafforzato e uniformato l’azione dei giudici su tutto il territorio nazionale.
Sapeva della scelta di Nichi Vendola?
No.
Le ci è già passato: gli vorrebbe dire qualcosa?
Sì, di godersi a pieno questo momento, che è il più felice della sua vita. Di non prestare ascolto alle cattiverie, un livello miseramente più basso rispetto alla bellezza dei giorni che lui ed Ed stanno vivendo.
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