L’ipotesi di due vicepremier. E una squadra con pochi tecnici
Un incontro con Antonio Tajani nella sede di FdI e nei prossimi giorni con Matteo Salvini, ieri alle prese con il Consiglio federale della Lega. Giorgia Meloni è al lavoro sulla squadra di governo con l’idea di limitare al massimo i ministri tecnici per avere una squadra con un’impronta fortemente politica. E soprattutto, il più possibile compatta e proprio per questo prende quota l’ipotesi di due vicepremier, lo stesso coordinatore di Forza Italia Tajani e per la Lega il leader azzoppato Salvini. Un modo per provare a blindare gli alleati.
Dalle caselle ovviamente entrano e escono continuamente nomi e così sarà fino all’ultimo minuto utile. Prima della composizione del governo ci sarà il passaggio dell’elezione dei presidenti della camere, ma le partite si intrecciano. Anche per la Farnesina la scelta dovrebbe ricadere su un politico e dunque perde quota l’ipotesi di un diplomatico o diplomatica (nei giorni scorsi è circolato tra gli altri il nome di Elisabetta Belloni), e lo stesso Tajani non ha perso le speranze. Ma il nome del numero due azzurro è in ballo anche per la presidenza della Camera. A questa punterebbe l’azzurro nel caso in cui non riuscisse a ottenere gli Esteri, e per questo motivo averebbe stroncato l’idea alla quale avrebbe cominciato a pensare Giorgia Meloni, nella sua strategia della distensione: lasciare la presidenza di Montecitorio all’opposizione.
Per il Viminale – posto che per Salvini, che pure non demorde, dovrebbe restare un ricordo lontano – sarebbe stata accantonata l’idea di un prefetto per fare spazio a un politico. Al ministero della Difesa potrebbe tornare Ignazio La Russa, mentre sarebbe fuori dalla corsa Guido Crosetto perché, nonostante sia co-fondatore di Fratelli d’Italia e uno dei consiglierei più fidati di Giorgia Meloni, nel partito sarebbe scattato il pollice verso perché non si è candidato alle elezioni. Per la giustizia la leghista Giulia Bongiorno dovrebbe avere la meglio su Carlo Nordio. La premier in pectore vuole fedelissimo a palazzo Chigi e dunque è già dato per praticamente certo che sottosegretario alla presidenza del consiglio sarà Giovanbattista Fazzolari, praticamente il Gianni Letta di Meloni. Mentre Francesco Lollobrigida, altro uomo di punta di FdI nonché cognato della leader, dovrebbe restare fuori dal governo non tanto per l’eventuale corsa alle regionali del Lazio, ma piuttosto per svolgere un ruolo di «reggente» al partito. Per Fdi nel governo troverà posto Adolfo Urso e potrebbe arrivare anche Raffaele Fitto. Per i rapporti con il parlamento si fa il nome del ex forzista passato con Meloni Lucio Malan.
Per Forza Italia, oltre a Tajani sono in corsa Anna Maria Bernini, Elisabetta Casellati e, addirittura per l’Istruzione, Licia Ronzulli. Mentre per la Cultura o la Sanità entra nel totonomi Letizia Moratti. La Lega (che dovrebbe avere 4 ministeri come Fi, se non 5) potrebbe anche puntare su Giorgetti alla presidenza del Senato.
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