Internazionale

L’ingombrante assenza di Prigozhin in esilio

L’ingombrante assenza di Prigozhin in esilioPrigozhin quando mostrava la bandiera russa a Bakhmut – Ap

Il limite ignoto La brigata non combatterà più in Ucraina, in Africa è commissariata dal Cremlino. Shoigu: la rivolta è fallita «perché le forze armate hanno dato prova di fedeltà al loro giuramento»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 luglio 2023

Prigozhin è sparito, ma la sua assenza continua a essere ingombrante. Le autorità russe parlano del destino della Wagner e del fatto che in Ucraina non se ne serviranno più, la sua voce è apparsa sul canale Telegram Grey zone, in un audiomessaggio molto discusso e in tv lo accusano di aver «perso la testa» a causa dei soldi.

DEL RESTO non si potrebbe fingere che il protagonista della battaglia di Bakhmut e dell’insurrezione armata in Russia non sia una figura ingombrante. Per questo la registrazione apparsa ieri nella quale annuncia «nuove vittorie al fronte in un prossimo futuro» e chiede sostegno ha riaperto il dibattito interno russo e internazionale sul destino della compagnia di mercenari che aveva fondato. «Oggi abbiamo bisogno del vostro sostegno più che mai. E vi ringrazio per questo. Voglio che capiate che la nostra ‘marcia per la giustizia’ era diretta a combattere i traditori e mobilitare la nostra società. E penso che siamo riusciti a ottenere molto di quanto volevamo». Non sappiamo se sia effettivamente Prigozhin a parlare, chiariamolo subito. I canali generalmente usati per diffondere i comunicati e i messaggi del capo della Wagner non l’hanno citato e il servizio stampa della compagnia non si è espresso in merito.

Per questo alcuni analisti hanno avanzato il dubbio che possa trattarsi di un messaggio artefatto. In entrambi i casi, tuttavia, è importante notare che gli elementi ci sono tutti: si fa menzione a quella che Prigozhin aveva chiamato «marcia per la giustizia», ovvero il tentativo di colpo di stato dello scorso 24 giugno, che doveva punire traditori della patria e corrotti nei «palazzi di Mosca»; si respingono le accuse di tradimento, stigma con il quale è stato bollato l’ex «cuoco di Putin»; e si fa appello a una sorta di mobilitazione silenziosa che contrasti la damnatio memoriae alla quale la società e i media russi stanno sottoponendo la Wagner e il suo capo. Se fosse autentico, l’audio di Prigozhin rappresenta la sua prima uscita pubblica dal 26 giugno, quando con una registrazione di 11 minuti pubblicata dal suo servizio stampa ufficiale, l’oligarca si giustificava per le sue azioni a Rostov e assicurava che non era sua intenzione «rovesciare il governo» di Vladimir Putin. Una piccola concessione del Cremlino, sembra, dato che il giorno dopo l’aereo privato di Prigozhin è atterrato in Bielorussia dove tuttora si troverebbe l’uomo.

MA ORA IL CLIMA interno in Russia è differente. In un contesto delicato come quello attuale non c’è spazio per i distinguo. E infatti l’opinionista del canale Russia 1, Dmitri Kiseliov, ieri l’ha accusato in diretta di essere «uscito di testa a causa delle grandi quantità di denaro» ricevuto in parte dallo stato russo e in parte dai paesi ai quali la Wagner prestava i suoi servizi. 17 miliardi di euro secondo una stima diffusa dall’opinionista, dei quali circa 10 miliardi solo dalle commesse statali e il resto dai servizi della sua società Concord. «Prigozhin credeva che avrebbe potuto opporsi al contempo al Ministero della Difesa, allo Stato e al medesimo presidente» accusa Kiseliov, anche se «la sensazione di ritenersi uno cui tutto è permesso l’aveva da tempo», da prima del tentativo di insurrezione.

Shoigu, il ministro della Difesa russo e principale bersaglio delle critiche di Prigozhin, sempre ieri ha dato la sua versione dei fatti. I piani della Wagner sono «falliti perché le forze armate hanno mostrato fedeltà al loro giuramento e ai loro doveri». E quindi, in parte anche a lui stesso. Al momento, ha poi chiarito Andrey Kartapolov, capo del comitato di difesa della Duma, «non c’è bisogno di una nuova ondata di mobilitazione in Russia e non ce ne sarà alcuna dopo il ritiro della Wagner dalla zona dell’operazione militare speciale in Ucraina». Contemporaneamente, sul canale Telegram ufficiale della compagnia è apparso un messaggio: «A causa della temporanea mancata partecipazione della compagnia all’operazione militare speciale e del trasferimento nella Repubblica di Bielorussia, stiamo temporaneamente sospendendo il lavoro dei centri di reclutamento regionali per la Wagner per un periodo di un mese».

CHE FINE FARÀ la compagnia di mercenari? Stando alle indiscrezioni circolate in rete sembra che la Wagner continuerà a operare in Africa ma passerà sotto il controllo del ministero dalla Difesa. Sulla sorte di Prigozhin, invece, non si sa nulla, ma il rischio che sparisca davvero potrebbe concretizzarsi.

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