Licenza israeliana sul gas di Gaza: «Il governo Eni-Meloni spieghi»
Interrogazione parlamentare del verde Bonelli La convenzione firmata il 29 ottobre nel pieno dell’offensiva una «pessima pagina»
Interrogazione parlamentare del verde Bonelli La convenzione firmata il 29 ottobre nel pieno dell’offensiva una «pessima pagina»
Sull’intesa siglata in piena offensiva israeliana tra Eni e governo israeliano per estrarre gas nelle acque di fronte alla Striscia di Gaza, il leader dei Verdi Angelo Bonelli ha presentato un’interrogazione parlamentare e chiesto un’urgente audizione del governo e di Eni S.p.A., affinché «spieghino come sia possibile aver firmato contratti che prendono risorse appartenenti al popolo palestinese».
Alla premier Giorgia Meloni, al «governo Eni-Meloni», viene chiesto conto in particolare di «una scelta che «non può – secondo il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs – che riempirci di vergogna». L’interrogazione allega l’appello-denuncia dei gruppi palestinesi per i diritti umani Adalah, Al Mezan, Al-Haq e PCHR, che hanno dato mandato allo studio legale Foley Hoag LLP di Boston di comunicare a Eni e alle altre società coinvolte una diffida dall’intraprendere attività in queste acque. Evocando il rischio di complicità in crimini di guerra.
La firma della convenzione con cui Eni e altre società internazionali e israeliane hanno ottenuto la licenza a operare all’interno della zona marittima G, al 62% palestinese, è stata annunciata dal Ministero dell’Energia israeliano lo scorso 29 ottobre. Quella del governo secondo Bonelli è una «nuova pessima e inaccettabile pagina dell’operato predatorio nello sfruttamento di risorse naturali in termini di approvvigionamento energetico e non curante delle norme del diritto internazionale».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento