Sull’intesa siglata in piena offensiva israeliana tra Eni e governo israeliano per estrarre gas nelle acque di fronte alla Striscia di Gaza, il leader dei Verdi Angelo Bonelli ha presentato un’interrogazione parlamentare e chiesto un’urgente audizione del governo e di Eni S.p.A., affinché «spieghino come sia possibile aver firmato contratti che prendono risorse appartenenti al popolo palestinese».

Alla premier Giorgia Meloni, al «governo Eni-Meloni», viene chiesto conto in particolare di «una scelta che «non può – secondo il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs – che riempirci di vergogna». L’interrogazione allega l’appello-denuncia dei gruppi palestinesi per i diritti umani Adalah, Al Mezan, Al-Haq e PCHR, che hanno dato mandato allo studio legale Foley Hoag LLP di Boston di comunicare a Eni e alle altre società coinvolte una diffida dall’intraprendere attività in queste acque. Evocando il rischio di complicità in crimini di guerra.

La firma della convenzione con cui Eni e altre società internazionali e israeliane hanno ottenuto la licenza a operare all’interno della zona marittima G, al 62% palestinese, è stata annunciata dal Ministero dell’Energia israeliano lo scorso 29 ottobre. Quella del governo secondo Bonelli è una «nuova pessima e inaccettabile pagina dell’operato predatorio nello sfruttamento di risorse naturali in termini di approvvigionamento energetico e non curante delle norme del diritto internazionale».