Un marziano non va in pensione. «I giocatori della mia età se ne vanno in Cina o in Qatar, io sono diverso, non amo la comfort zone». Cristiano Ronaldo, nel giorno della sua presentazione ufficiale alla Juventus, rimarca la sua alterità e la voglia di vincere ancora. «La decisione di venire qui è stata facile, è un grande club, in cui voglio lasciare il segno».

A salutare l’arrivo dell’extraterrestre in Italia, Piemonte, Torino, c’è un tifo impazzito da giorni e una città che non parla d’altro. Lo dimostrano i tweet a ripetizione della sindaca Chiara Appendino e i negozi che espongono la foto del campione con un benvenuto in portoghese.

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Non c’è stata, per ora, l’annunciata e spasmodica festa, ma una sobria conferenza stampa con duecento giornalisti da ogni dove, anticipata da una breve capatina tra i fan del fuoriclasse portoghese, poco prima delle visite al J Medical, la struttura medica societaria accanto all’Allianz Stadium. Il nuovo sovraintendente del Regio, William Graziosi, aveva messo addirittura a disposizione il teatro d’opera lirica disegnato da Carlo Mollino. Sarebbe stato lo stesso Cristiano Ronaldo – ma la voce non è mai stata confermata – a richiedere, invece, un po’ di sabaudità, che nella vulgata fa rima con sobrietà, per la sua presentazione.

Non tanto per questioni etiche ma per non fare uno sgarbo ai tifosi madrilisti. Ovvero: «Il recente passato non è stato inghiottito da una bolla temporale». Ieri, i suoi seguitissimi canali social (135 milioni su Instagram) hanno fatto cenno alla nuova veste bianconera solo alle ore 20.30.
L’acquisto battezzato «del secolo» ha cifre monstre: 100 milioni di euro, per il cartellino, pagabili in due esercizi, oltre il contributo di solidarietà previsto dal regolamento Fifa (cinque milioni) e oneri accessori per 12 milioni, 67 milioni subito, 50 tra un anno, totale 117 milioni di euro. A tutto ciò bisogna aggiungere 60 milioni lordi all’anno di stipendio (30 netti, 22 milioni in più di quello che prende Paulo Dybala) per quattro stagioni. Il totale fa 357 milioni di euro, senza contare potenziali e ulteriori bonus che aumenterebbero la cifra del più grande acquisto della storia del calcio italiano, uno dei maggiori della storia mondiale del calcio.

Numeri che per l’esorbitante mole hanno fatto indispettire alcuni lavoratori Fca, che con la Juve condivide la casa madre Exor, azionista di maggioranza relativa nel gruppo automobilistico e di maggioranza assoluta nella squadra calcistica.

Il presidente Andrea Agnelli mette così definitivamente in soffitta la tradizionale «cautela economica» juventina, nello stile che era dell’Avvocato, perché vuole aggredire nuovi mercati e aumentare il fatturato della società (405,7 milioni di euro), primo in Italia ma, nonostante gli ottimi risultati, decimo in Europa.

Nel bilancio di Real, United e Barcellona i ricavi commerciali per Real, United, Barcellona sono il 40-50% del totale, per la Juve «solo» il 28%. Ronaldo darà forza a questo settore (non solo magliette). La Juve deve porre attenzione, però, ai debiti finanziari e per questo ha aumentato del 30% il prezzo medio degli abbonamenti. Ed è probabile un aumento di capitale.

L’entusiasmo dei tifosi è altissimo, in migliaia ieri hanno assiepato lo stadio, cercando di strappare uno scatto o un sorriso al formidabile attaccante ex Real. Ronaldo, nei pochi minuti tra la folla, ha rilanciato il coro dei tifosi con una pronuncia non ancora impeccabile: «Giuve, Giuve». La speranza è che il più grande del mondo porti la Champions League a Torino, da troppo tempo agognata. Lui ha assicurato che, nella competizione più ambita, porta fortuna.

Classe 1985, Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro ha il record di Palloni d’oro con Messi, un numero impressionante di gol segnati; 676 reti in 949 partite giocate tra club e nazionale.

È nato a Funchal, la capitale dell’arcipelago di Madeira, da Maria Dolores dos Santos Aveiro e José Dinis Aveiro, morto nel 2005. Il nome Cristiano è dovuto alla fede della madre, mentre il secondo nome fu scelto in onore di Ronald Reagan, attore preferito del padre e allora presidente Usa.

Ronaldo ha avuto un’infanzia e una giovinezza non facile, la madre, ieri presente alla conferenza, rivelò alcuni passaggi nel 2007 al Sunday Mirror.

«Cristiano ha visto molto da vicino i danni causati dalla droga e dall’alcol e questo è il motivo per cui non ha vizi, non beve e non fuma. La sua unica «droga» si chiama calcio. Mio marito Dinis, il papà di Cristiano, ha bevuto tanto da morirne, mentre mio figlio maggiore Hugo ha cominciato a drogarsi quando Cristiano aveva 14 anni».

Ora è a Torino per un’altra sfida, sportiva e commerciale. «Comincerò ad allenarmi il giorno 30 luglio e voglio debuttare in campionato nella prima partita». Chissà se Massimiliano Allegri soddisferà il suo desiderio.