Il bosco d’Arneo per ora è salvo. Un effetto boomerang sta mettendo a rischio l’affare da 450 milioni di euro di Porsche in Salento. Il caso è divenuto internazionale e Bruxelles non ha tardato ad intervenire. La Commissione europea avrebbe dovuto esprimere il suo parere – vincolante – in sede di Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) sul progetto delle nuove piste di collaudo (9 in totale) del Nardò Technical center. Piste che, se realizzate, occuperebbero buona parte dei 500 ettari circa di bosco secolare, tutelato per legge, tra i comuni di Nardò e Porto Cesareo (Lecce). Ma quel parere la Commissione europea non è mai stata chiamata a formularlo.

È stato superato dalla pubblica utilità riconosciuta al progetto, per via di un elisoccorso attrezzato con eliporto e di un centro di sicurezza anticendi garantiti dalla società. Ora, quello stesso parere (in altre vesti) è contenuto in una nota inviata al Mase. Ed è a tal punto sfavorevole da aver avuto un ruolo decisivo nella scelta di qualche giorno fa del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, di sospendere l’accordo di programma stipulato con la multinazionale tedesca al momento per sei mesi. Il documento, partito da Bruxelles, porta la firma del capo unità Andrea Vettori della direzione generale di Ambiente, biodiversità e conservazione della natura. Il destinatario è il direttore generale del patrimonio naturalistico e mare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Oliviero Montanaro.

“L’azienda – fa sapere Porsche – ha preso atto della decisione della Regione Puglia di sospendere l’accordo di programma concesso dalla stessa per l’approvazione del piano di sviluppo del Test Center. Abbiamo ricevuto una notifica ufficiale e siamo aperti a proseguire il dialogo con tutti i partner coinvolti nel piano di sviluppo e con il pubblico. Il nostro obiettivo – aggiunge – rimane quello di assicurare un futuro al Nardò Technical center e di rafforzarne il ruolo di importante motore occupazionale ed economico per la Regione”.

LA COMMISSIONE EUROPEA AVEVA ASSICURATO che avrebbe svolto indagini sul progetto di Porsche. Lo confermava la risposta data dal commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevičius all’interrogazione presentata dall’europarlamentare Rosa D’Amato, dopo la firma dell’accordo di programma. «Permangono alcune questioni in sospeso – aveva scritto – riguardanti tra l’altro i motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, la Commissione contatterà le autorità italiane per chiedere ulteriori chiarimenti».

A SOLLECITARE UN INTERVENTO ERA STATA anche Italia Nostra, che insieme al comitato Custodi del bosco d’Arneo, il Gruppo di intervento giuridico e Illavacavalli Onda Verde aveva presentato un ricorso al Tar Puglia contestando la violazione della normativa sulla partecipazione del pubblico, la mancata valutazione delle alternative e l’inidoneità delle compensazioni. Il legale Filippo Colapinto aveva impugnato la deliberazione di giunta regionale della Puglia, con cui è stato approvato lo schema di accordo di programma, e tutti gli atti endoprocedimentali. Il ricorso al momento è sospeso, per via della sospensione voluta dal presidente Michele Emiliano dell’accordo di programma.

LA DECISIONE VALE PER SEI MESI E POTREBBE essere ulteriormente prorogata. L’annullamento definitivo, invece, per non incorrere in contenziosi, dovrebbe arrivare entro novembre di quest’anno. A determinare questo dietrofront della Regione Puglia è stato il parere espresso nella nota arrivata da Bruxelles, che fa riferimento proprio ad alcuni dei motivi presentati nel ricorso. «Dai documenti risulta che il progetto avrebbe un impatto negativo significativo», scrive il capo unità Vettori. A subirne le conseguenze infauste sarebbero alcune specie come i lecci, le graminacee e le piante annue protette dalla Direttiva Habitat, che tutela l’area boschiva dichiarata Sito di interesse comunitario col nome di «Palude del Conte-Dune di Punta Prosciutto». Ad essere messi in discussione sono le stesse ragioni sottese alla pubblica utilità: «Non si ritiene appropriata la giustificazione del progetto per motivi connessi alla salute dell’uomo e alla sicurezza pubblica.

IN EFFETTI IL PROGETTO SEMBRA AVERE un preminente interesse economico». Per Vettori il progetto di Porsche è finalizzato alle esigenze di sviluppo dell’azienda non precipuamente alla sicurezza e alla salute pubblica, ovvero ai motivi che hanno determinato la dichiarazione di pubblica utilità delle nuove piste. «In base alle disposizioni dell’ articolo 6 della Direttiva Habitat – ricorda il dirigente – in caso di impatti negativi su un habitat prioritario e in assenza di motivi imperativi connessi con la salute dell’uomo e la sicurezza pubblica o relativi a conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente, le autorità nazionali devono richiedere un parere della Commissione Europea prima di approvare il progetto in questione». Questo parere invece non è stato richiesto. Ma gli impatti – secondo Bruxelles – sarebbero evidenti. È per questo che «appare quindi necessario – si legge – definire e adottare, per il sito in questione, appropriati obiettivi di conservazione sito-specifici, applicando l’apposita metodologia elaborata dal Mase».

IL BOSCO VA TUTELATO. NON PUÒ ESSERE ESPIANTATO per «interessi economici». E il parere di Bruxelles in sede di Valutazione di incidenza ambientale andrebbe richiesto. «Non possiamo ancora cantare vittoria – fa sapere il comitato Custodi del bosco d’Arneo – ma questa notizia è il primo frutto del duro lavoro di chi in questi mesi ha investito tante energie per bloccare un progetto scellerato che implica la devastazione di un habitat prioritario tutelato dalle direttive comunitarie. La decisione di sospendere l’accordo di programma premia gli sforzi di mobilitazione e pressione dal basso che abbiamo generato. Adesso che i tempi sono delicati per i nuovi scenari che si apriranno – assicurano – la mobilitazione continua con più slancio».

GLI SCENARI CHE POTREBBERO APRIRSI sono molteplici. Decade al momento la giustificazione della pubblica utilità. Dovranno essere valutate le alternative. Quasi certamente sarà necessaria una nuova Valutazione di incidenza ambientale. Bruxelles a quel punto dovrebbe essere coinvolta con parere vincolante. E – sperano gli attivisti – dovrebbe essere anche rispettata la legge regionale del 2017 che impone il dibattito pubblico per progetti come quello di Porsche. Dalla casa automobilista, contattata dall’ExtraTerrestre, al momento nessuna risposta.