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L’ex-Snia interroga Gualtieri: «Esproprio e parco pubblico»

L’ex-Snia interroga Gualtieri: «Esproprio e parco pubblico»Una manifestazione in difesa del lago dell'ex-Snia – LaPresse

Beni Comuni La giunta deve decidere le sorti del «lago che combatte». Sinistre e comitati la incalzano. Sulle aree ancora private incombe la speculazione. L’affaire interroga il Pd romano

Pubblicato circa un anno faEdizione del 16 novembre 2023

Mentre Ken Loach varca la soglia del cinema Aquila, al Pigneto, per presentare il suo ultimo film, nel piano di mezzo della sala cinematografica del quartiere romano si svolge un incontro tra cittadini, attivisti e ricercatori. È l’occasione per presentare il primo progetto del parco dell’Ex Snia, l’area post-industriale strappata alla speculazione all’interno della quale ormai da anni è sorto spontaneamente un lago naturale.

SI RESPIRA un senso di urgenza: dopo anni di battaglie e la lotta per far dichiarare parco naturale questo enorme spazio verde nel mezzo di una delle zone più densamente popolate di Roma si sono risvegliati gli appetiti dei costruttori. In particolare dei proprietari dell’area che non è ancora stata acquista dalla proprietà pubblica, quattro ettari (sui tredici totali) che costeggiano il lago. Adesso vengono minacciate dal progetto di uno studentato (privato) che verrebbe giustificato dalla figlia di fico della concessione di spazi alla facoltà di Ingegneria dell’università La Sapienza e impacchettato per la pubblica opinione con la formula spot della bio-edilizia.

LE POSTA IN PALIO è concreta, riguarda le sorti di anni di lotte del quartiere e la qualità della vita di un intero quadrante di Roma. Ma c’è di più: nelle ultime settimane questa vicenda ha assunto un significato politico che va oltre la dimensione strettamente locale. Affonda dentro le contraddizioni della giunta Gualtieri e le esitazioni del suo azionista di maggioranza, il Pd. Rivela le lotte tra le anime dem, cui si accavallano gruppi di interesse e spinte contrapposte. Si sovrappone all’assestamento interno al partito, tra la nuova gestione di Elly Schlein e le altre correnti. Qualche giorno fa l’ala sinistra della coalizione che sostiene il sindaco ha protestato e ha annunciato che presenterà una mozione in aula a tutela del lago e del parco. «L’impegno prioritario è salvaguardare il prezioso e irrinunciabile ecosistema naturale che, sorto spontaneamente nei primi anni Novanta è oggi il simbolo dell’autorigenerazione naturalistica e della valorizzazione socio-ambientale del territorio – affermano i consiglieri Michela Cicculli, Alessandro Luparelli e Nando Bonessio – Per questo siamo convinti che la strada da intraprendere sia quella dell’esproprio, seguita dalla bonifica, riforestazione e apertura al territorio di un luogo di mitigazione ambientale che rappresenti un vero e proprio strumento di contenimento delle emissioni inquinanti e, conseguentemente, di contrasto ai cambiamenti climatici».

«IL FUTURO ecologico che intravediamo per questo spazio è pubblico – ribadisce Marco, uno degli attivisti dell’Ex Snia – Per questo serve l’esproprio. Questo parco naturalistico archeologico rappresenta un pezzo di un’altra città possibile». Il segretario romano del Pd, Enzo Foschi, avrebbe dato indicazione a favore dell’esproprio. L’operazione è complessa ma non impossibile, nonostante una parte del Pd romano sarebbe più vicino alle proposte dei Pulcini, i costruttori proprietari dell’area che qualche mese avevano ricevuto all’improvviso dagli uffici tecnici del Campidoglio un permesso a costruire che aveva allarmato i comitati. L’altro corno del problema riguarda la bonifica: qui esattamente cento anni fa apriva i battenti la Snia Viscosa, industria chimica e fabbrica più grande di Roma. Si tratta di capire quanto costa risanare i terreni. E dai comitati per il parco trapela che circolano cifre astronomiche che sembrano fatte apposta per scoraggiare l’investimento pubblico e rendere necessario il coinvolgimento dei privati. Ma è proprio attraverso le operazioni «in convenzione» che Roma nel corso dei decenni ha ceduto il terreno alle speculazioni e rinunciato alla difesa dei beni comuni.

PER QUESTO ci si attende che sia proprio il sindaco Gualtieri a sciogliere l’affaire e ritornare in sintonia coi cittadini. Perché lo specchio d’acqua naturale dell’Ex Snia, il «lago che combatte» come lo chiamano da queste parti, è ormai per molti il riflesso delle reali intenzioni della giunta che amministra Roma.

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