Europa

L’Europa dice no al blocco dei fondi alla Striscia

L’Europa dice no al blocco dei fondi alla StrisciaJosep Borrell – Ansa

Israele/Palestina Il vertice dei ministri degli Esteri in Oman. I fondi destinati allo sviluppo saranno sottoposti a verifica. Tensioni tra diplomazie

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 11 ottobre 2023

Vertice difficile e teso dei ministri degli Esteri, organizzato dal capo della diplomazia europea, Josep Borrell, in Oman (in presenza e via video) in seguito alla riunione con il Consiglio di cooperazione del Golfo, a causa delle diverse sfumature di posizioni diplomatiche dei paesi membri sul conflitto Israele-Palestina. A «schiacciante maggioranza» i 27 sono contrari al blocco di Gaza (acqua, elettricità) deciso da Israele.

NEL TENTATIVO DI RIMETTERE la Ue, primo finanziatore dei palestinesi e primo partner commerciale di Israele, al centro dell’attività diplomatica per trovare una via d’uscita, Borrell ha invitato a partecipare al vertice il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, e il suo omologo palestinese, Riyad al Malki. La Ue difende una soluzione a due stati. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, si è rivolta all’Autorità palestinese: «Distanziatevi da Hamas, avete obblighi anche verso la vostra popolazione». Borrell si è rivolto anche a Israele per chiedere «il rispetto del diritto internazionale umanitario». Borrell ha avuto contatti con il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian e ha condannato gli «attacchi brutali» di Hamas: «Niente può giustificare atti terroristici così ignobili e niente può giustificare chi li appoggia».

Sul ruolo dell’Iran, c’è stata confusione nelle dichiarazioni dopo la telefonata nella serata di lunedì tra Biden, Macron, Scholz, Sunak e Meloni. Dopo che l’Eliseo ha ritirato con precipitazione un comunicato dove era citato espressamente l’Iran, Macron ritiene «verosimile» la possibilità che Hamas abbia avuto aiuti esterni, anche se non ci sono «tracce formali», condannando i «paesi che si sono congratulati per gli orrori perpetrati da Hamas».

LA UE ESCE CON DIFFICOLTÀ dalla confusione di reazioni e dichiarazioni della vigilia, in un clima di forte tensione tra la Commissione e gli stati membri, tra le istituzioni comunitarie tra loro, tra paesi con sfumature diplomatiche differenti. Ieri, la Commissione ha messo a punto la posizione sugli aiuti ai palestinesi, dopo il caos delle dichiarazioni di lunedì: nessun cambiamento per gli aiuti umanitari (30 milioni) a favore delle popolazioni vulnerabili, mentre per i finanziamenti allo sviluppo (1,2 miliardi dal 2021 al 2024) la Commissione farà delle «verifiche», caso per caso, prima di prendere decisioni sul congelamento degli aiuti. Nel frattempo non cambia nulla, anche perché, precisa Bruxelles, i nostri aiuti «non sono mai convogliati attraverso governi o autorità».

Borrell non vuole sentir parlare di aiuti sospesi: a conclusione del vertice tra Ue e Consiglio di cooperazione del Golfo, ha insistito sul «sostegno finanziario durevole» a favore dei palestinesi. Per Borrell, l’informazione sul congelamento dei finanziamenti deciso a Berlino era «falsa». La Germania ha ammesso una «svista tecnica», ma ha approvato la verifica voluta dalla Commissione.

IN FRANCIA la premier Elisabeth Borne, ha affermato che «non un euro dalla Francia deve arrivare a organizzazioni terroristiche» e ha precisato, rispondendo alla destra Lr che ha chiesto il congelamento immediato, che l’aiuto bilaterale (95 milioni nel 2022) viene versato a organismi Onu che lavorano sul posto. Non ci saranno blocchi. Ma Danimarca e Svezia hanno confermato ieri la sospensione degli aiuti allo sviluppo, in attesa della verifica (per Copenhagen sono più di 31 milioni di euro).

La Commissione ha chiarito ieri che il commissario Oliver Varhelyi, lunediì, ha preso un’iniziativa «personale» annunciando la sospensione degli aiuti Ue: Varhelyi è ungherese, vicino a Orban e l’Ungheria (con la Polonia) da tempo preme per limitare gli aiuti ai palestinesi. La Spagna, che ha la presidenza del Consiglio Ue, lunedì ha protestato con la Commissione, per le dichiarazioni imprudenti di Varhelyi. La politica estera Ue è definita dal Consiglio (cioè dagli stati) e non dalla Commissione. La sede della Commissione è stata illuminata con i colori israeliani, ma non quella del Consiglio, a causa delle tensioni tra diplomazie.

Oggi l’Europarlamento organizza un momento solenne a Bruxelles, sulla spianata esterna della sua sede, per ricordare le vittime israeliane dell’attacco terrorista di Hamas.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento