Basta con «la tenelovela Sandra-Raimondo». Letti i giornali del mattino, con il Corriere della sera che annuncia che il 12 settembre Enrico Letta e Giorgia Meloni duelleranno sul sito dello stesso quotidiano, ma anche che il 22 settembre Bruno Vespa ospiterà un faccia a faccia tra gli stessi due leader, Carlo Calenda si infuria: «Vogliono continuare la stucchevole telenovela. Scriveremo agli editori e ad Agcom. Accettare diktat da due dei quattro leader delle coalizioni è una violazione della parità di trattamento che i media offrono in ogni paese democratico».

La Rai aveva annunciato due serate di confronti, una organizzata dal Tg1 e una dalla direzione Approfondimenti per il 7 e l’11 settembre, ancora da definire. Ma è la prima serata di Porta a Porta a due giorni e una notte dall’apertura delle urne a far drizzare le antenne agli esclusi.

Protestano non solo i terzopolisti (pure Renzi e Gelmini invocano il confronto a 4: Letta, Meloni, Calenda e Conte), ma anche i co-portavoce di Europa verde Angelo Bonelli e Eleonora Evi e il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: «Se rimane questo schema è evidente una palese violazione della par condicio». E +Europa, con sarcasmo: nella lista dei leader che parteciperanno alla serata c’è «un evidente refuso, l’assenza di Emma Bonino».

Perché dopo le proteste di Calenda& co. la redazione di Porta a Porta fa sapere che la prima serata del 22 settembre sarà dedicata per un’ora al duello Letta-Meloni, ma per quella stessa serata sono invitati anche Salvini, Conte, Berlusconi, Di Maio e Calenda. Ciascuno sarà intervistato per mezz’ora oppure potrebbero svolgersi, «se ne maturassero le condizioni», anche altri confronti.

Nella lista, appunto, non compaiono né Bonino né i leader rosso-verdi. E la presenza di Calenda non placa Iv, perché Michele Anzaldi, segretario della commissione di vigilanza Rai, fa i conti: «Triplo spazio alla destra, con tempo a Meloni, Salvini e Berlusconi, e triplo spazio alla sinistra, con un’ora data a Letta e mezz’ora a Di Maio, rispetto ai soli 30 minuti per il Terzo Polo».

In realtà la destra avrebbe più tempo di tutti, in ogni caso Anzaldi parla di «situazione senza precedenti e chiede l’intervento del cda, «altrimenti è doveroso e urgente che se ne occupi il presidente dell’Agcom, Lasorella», conclude. Per ora il forzista presidente della commissione di vigilanza, Barachini, assicura che si occuperà «di ogni segnalazione»: chiederà all’Agcom di verificare che sia rispettata la par condicio.