Anche oggi è allerta rossa sull’Emilia Romagna. L’emergenza è ancora in pieno svolgimento e ancora non se ne vede la fine, mentre la Regione fornisce nuovi numeri a dare l’idea delle dimensioni della catastrofe: le persone evacuate sono 26.215 (dato aggiornato dopo che giovedì, per un errore tecnico, ne erano state indicate 20.000), le strade comunali e provinciali chiuse sono 781 e il numero delle frane sul territorio sono 422.

Da segnalare anche l’ingente quantità di volontari all’opera: 21.800 persone impegnate nelle più svariate attività, non solo lo spalamento del fango, ma anche l’assistenza alle persone rimaste isolate.

Intanto, da Trento, dove è intervenuta al Festival dell’Economia, la premier Meloni ieri è tornata a parlare degli interventi che il governo vuole mettere in atto e, soprattutto, del loro finanziamento. «È stata preziosa la visita della presidente Von der Leyen ieri, noi attiveremo il fondo di solidarietà, ma ci sono varie questioni sulle quali la Commissione può darci una mano, anche con il Pnrr», ha spiegato la premier aggiungendo che «il Pnrr è un fondo molto strategico da questo punto di vista. L’imprevisto, oggi, è la previsione più accurata che possiamo fare: sono partita per il Giappone nominando un commissario alla siccità e sono tornata con la necessità di nominare un commissario all’alluvione», ha detto ancora.

Per la verità, la visita di von der Leyen alle zone alluvionate ha lasciato solo un generico impegno da parte dell’Unione Europea, senza tuttavia che si capisca bene in cosa consisterà questo aiuto. Meloni e il suo governo sperano in una concessione di maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi comunitari. In attesa della nomina di un commissario straordinario, la faccenda del reperimento dei fondi appare prioritaria, benché avvolta nell’incertezza più totale.

Sulla revisione del Pnrr pure permane una situazione di difficile lettura. Dice il ministro Fitto: «Siamo nei termini, bisogna fare velocemente ma non in fretta, che è pericoloso. Mi pare singolare parlare di ritardi, solo quattro paesi europei hanno presentato il loro piano aggiornato».