Legittima difesa, la legge fermata da un errore
Il provvedimento bandiera della Lega, alla camera per la seconda lettura, deve tornare al senato per correggere uno sbaglio firmato da un senatore ultras di Salvini. Che rischia così di veder sfumare la sua promessa di approvare entro febbraio le nuove norme sulla libertà di reazione armata
Il provvedimento bandiera della Lega, alla camera per la seconda lettura, deve tornare al senato per correggere uno sbaglio firmato da un senatore ultras di Salvini. Che rischia così di veder sfumare la sua promessa di approvare entro febbraio le nuove norme sulla libertà di reazione armata
Il 19 ottobre dell’anno scorso il senatore Andrea Ostellari, avvocato leghista e presidente della commissione giustizia, si presentò in tv brandendo un mattarello. Voleva con questo rivendicare la legge sulla legittima difesa, di cui era l’entusiasta relatore. Il giorno prima aveva commesso l’errore che costringerà adesso il provvedimento a tornare di nuovo al senato. Probabilmente rovinando la festa a Salvini, che aveva annunciato l’approvazione della legge entro febbraio.
La commissione giustizia della camera ieri è stata costretta ad approvare una modifica alla legge sulla legittima difesa. Il provvedimento è pronto per l’aula, ma dovrà aspettare la fine dell’esame della riforma costituzionale. E il passaggio del decreto semplificazioni, fermato per lo scontro sulle trivelle. E poi dovrà tornare al senato per la necessaria doppia approvazione conforme.
Colpa anche degli annunci di Salvini che all’epoca dell’incidente, ottobre 2018, annunciava ancora che la legittima difesa in versione leghista – un tentativo di predeterminare l’esito delle indagini, stabilendo che è «sempre» legittimo reagire armati alle intrusioni in casa – sarebbe stata approvata entro la fine dell’anno (scorso). E così il relatore Ostellari pensò bene di inserire una previsione di spesa per coprire i costi derivanti dalla legge nell’anno appena concluso. Il penultimo articolo del provvedimento, infatti, stabilisce che le spese legali per chi deve difendersi dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa e viene poi assolto sono a carico dello stato. Una storica battaglia delle associazioni delle «vittime», intendendo per vittime chi ha subito il tentativo di rapina e non i morti o i feriti a causa delle reazioni armate.
Dei fondo stanziati con l’emendamento 8.100 chiesto dalla commissione bilancio del senato e proposto da Ostellari, approvato in commissione il 18 ottobre 2018, gran parte sono a copertura delle spese previste negli anni successivi, a partire da questo 2019. Ma una piccola somma, 98 mila euro, era indicata anche per gli ultimi giorni del 2018. Solo che la legge, a causa del pasticcio combinato tra 5 Stelle e leghisti sul disegno di legge anticorruzione, a dicembre dell’anno scorso fu costretta a rallentare il passo. Precedenza al cosiddetto «spazzacorrotti», bandiera dei grillini. I costi per il 2018 sono così diventati un’incongruenza, di cui nessuno in commissione giustizia si era accorto fino a martedì, quando è arrivato il parere della commissione bilancio.
Ora la legge potrebbe essere riaperta, modificata dall’aula per raccogliere le preoccupazioni presenti anche tra i deputati M5S. Ma il Movimento giura che non porrà problemi all’alleato e che con un paio di settimane in più (ma difficilmente entro febbraio) si arriverà alla stessa conclusione. Con quanto entusiasmo lo spiega la presidente M5S della commissione giustizia Giulia Sarti: «È una legge che non serve più di tanto, ma è nel contratto di governo».
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