Politica

Lecce, il centrodestra «ripesca» Poli Bortone

Lecce, il centrodestra «ripesca» Poli BortoneAdriana Poli Bortone

Comunali L’ex senatrice era già stata sindaca negli anni Novanta. Il centrosinistra in formato campo largo schiera l'uscente Carlo Salvemini

Pubblicato 6 mesi faEdizione del 6 giugno 2024

Appoggiato dai pentastellati, per questa tornata elettorale, il centrosinistra a Lecce punta sul sindaco uscente Carlo Salvemini per battere il fronte delle destre compattate nella figura di una politica di lungo corso qual è Adriana Poli Bortone. Con proposte autonome due comprimari: l’ex 5 Stelle Alberto Siculella e il medico no-vax Agostino Ciucci. I temi di campagna elettorale non si discostano dalle problematiche di ogni città: trasporti e mobilità, carenza di parcheggi, centro storico, piano urbanistico generale. In più, oggetto di dibattito, i recenti casi di trasformismo e voto di scambio che hanno messo in subbuglio la politica del capoluogo di regione.

A Lecce, oltre che sui programmi, gli elettori hanno indugiato sulle specificità dei due candidati principali. Carlo Salvemini è figlio d’arte: il padre Stefano, già sindaco negli anni Novanta, venne scalzato proprio da Poli Bortone. Dal 2017 è in sella Salvemini figlio. Che per completare le opere avviate, guidando una coalizione moderata e progressista, chiede un ulteriore mandato. Sulla sua strada la carismatica Adriana che, a dispetto delle 81 primavere sul groppone, è scesa nell’agone agguerrita. Dal palco di un comizio ha giurato solennemente di voler «cambiare Lecce».
Un modo per prefigurare la rivoluzione della destra in città. Il giuramento è diventato un refrain pubblicitario in una televisione locale che affianca la ex senatrice.

Il sindaco, imperturbabile al chiacchierio della piazza, è stato tacciato di volare alto e porsi da uomo solo al comando. Da fino intellettuale tutto d’un pezzo, è visto da una parte dei suoi stessi elettori come politico più di opposizione che di potere. Intanto, fresca nota di merito, esibisce la Bandiera Blu assegnata a San Cataldo, marina della città. Poli Bortone, d’altro canto, rivendica per Lecce quel «posto di prestigio» già avuto nella sua precedente amministrazione. Che è ricordata in chiaroscuro, con il suo nome implicato in vicende indagate dall’autorità giudiziaria. Per ambedue, Salvemini e Poli, nel futuro della città un porto nella marina adriatica a dieci chilometri dal centro urbano. Un porto come porta d’ingresso alternativa, e attrattiva in chiave turistica, nella città-simbolo del barocco.

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