«Le produzioni indipendenti dimostrano che gli studios non collaborano
Venezia 80 Nella conferenza stampa di presentazione di «Ferrari» il regista Michael Mann e il protagonista Adam Driver hanno parlato dello sciopero a Hollywood
Venezia 80 Nella conferenza stampa di presentazione di «Ferrari» il regista Michael Mann e il protagonista Adam Driver hanno parlato dello sciopero a Hollywood
«Siamo totalmente solidali con lo sciopero» afferma Michael Mann nel giorno di presentazione del suo Ferrari. Si è speso però in un ragionamento più articolato l’attore protagonista, Adam Driver, anche perché proprio lui è un esempio di «star» hollywoodiana che ha avuto la possibilità di promuovere il film a Venezia, al contrario di altri colleghi attori. «Sono molto orgoglioso di essere qui per rappresentare un film che non fa parte dell’Amptp e per promuovere la direttiva della leadership della Sag, una tattica efficace, che è l’accordo provvisorio».
Sono molto orgoglioso di essere qui per rappresentare un film che non fa parte dell’Amptp e per promuovere la direttiva della Sag Adam DriverIl film di Mann infatti non è prodotto né degli storici studios né dalle piattaforme streaming riuniti nell’Amptp, la controparte degli attori in sciopero organizzati nel sindacato Sag, e per questo ha potuto beneficiare dell’accordo provvisorio (interim agreement) che permette al cast di promuovere il film. Driver ha poi continuato: «Perché società di distribuzione più piccole, come Neon e Stx International, possono soddisfare le richieste “da sogno” della Sag, la sua lista dei desideri – si tratta di pre-negoziazioni – mentre una grande azienda come Netflix e Amazon non possono? E ogni volta che membri iscritti alla Sag vanno a sostenere un film che ha rispettato i termini dell’accordo provvisorio, diventa ancora più ovvio che le piccole società sono disposte a sostenere le persone con cui collaborano, e gli altri no».
L’ATTORE statunitense si riferisce al fatto che per firmare l’accordo provvisorio le società indipendenti devono acconsentire a quelle che sono le richieste del sindacato per il prossimo contratto triennale in merito a retribuzione minima, diritti legati allo streaming, clausole di salvaguardia sull’intelligenza artificiale e così via. Driver solleva quindi una questione molto pregnante – se le richieste del sindacato fossero così astruse, come è possibile che delle piccole società possono applicarle mentre i grandi studios continuano a rimanere sulle loro posizioni?
La conferenza stampa si è poi concentrata maggiormente sul film dedicato a Enzo Ferrari, storico fondatore della casa automobilistica. Ha affermato il regista Mann: «Ho voluto raccontare la storia di Ferrari perché è una vicenda profondamente umana, più entriamo in profondità per capire l’uomo e più la sua storia diventa universale. Abbiamo scelto il 1957 non a caso, è un anno in cui i suoi conflitti interiori collidono: i problemi in azienda, la perdita del figlio, il matrimonio che si sta sfaldando. Abbiamo usato il suono delle autentiche macchine dell’epoca, registrando con sette microfoni e usando vetture identiche. Enzo viveva per le gare, il business era solo una scusa per mantenere in vita le corse, la sua vera passione». Ha aggiunto Driver: «È difficile non essere filosofici quando si parla di quei motori, costituiti da tanti pezzi diversi che lavorano insieme in una melodia miracolosa, proprio come quando si realizza un film. È bello, anche se ti fa rendere conto di quante cose possano andare storte in ogni momento».
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