Venticinque anni e un posto quasi sicuro nella prossima Camera dei deputati. E il «quasi» è un regalo alla retorica visto che lei, Rachele Scarpa, è capolista del Pd nel collegio Venezia-Treviso-Belluno. L’ha voluta Enrico Letta nell’ambito della sua operazione che ha portato alla candidatura da capilista di quattro under 35, provocando peraltro più di un malumore tra i suoi e mettendo indietro nomi anche altisonanti. È il caso di Piero Fassino, che pure è nel listino proporzionale di Venezia ma al numero due, dietro alla più giovane di tutte: Scarpa, appunto. Classe 1997, laureata triennale in Lettere classiche all’Università di Padova, specializzanda in filologia moderna, su Instagram e su Tiktok i suoi fumetti possono contare su migliaia di seguaci. Impegnata in politica dall’età di 14 anni, già coordinatrice regionale della Rete degli Studenti Medi (il sindacato studentesco legato alla Cgil), nel 2020, a 23 anni, Scarpa si presentò alle regionali del Veneto a sostegno di Arturo Lorenzoni: 4.700 preferenze e prima dei non eletti, ma il risultato fu notato, tanto che poi divenne vicesegretaria dem a Treviso ed è nella direzione regionale. Attualmente lavora nello staff che a Bruxelles assiste l’eurodeputata vicentina Alessandra Moretti. Lunedì sera l’investitura di Letta e la prospettiva concreta di un futuro a Roma.

Scarpa, dalle associazioni studentesche alla Camera. Un bel salto.

È una bella sfida che cercherò di affrontare con entusiasmo e responsabilità. L’obiettivo è di evitare che i nostri territori finiscano in mano a gente che ha idee molto più vicine a quelle di un Orbán che alle democrazie europee. Ecco, in questo senso vorrei essere molto chiara: credo che l’avversario da battere sia la destra e che dobbiamo tenere aperta questa partita offrendo alternative forti. Vorrei stare dalla parte di chi fa scelte coraggiose in questo senso: il 25 settembre sarà una scelta di campo tra due idee del paese molto diverse.

E lei quali idee vuole portare avanti?

Il Pd ha un programma importante e adesso noi candidati dovremo essere bravi a portarlo nelle strade, nelle piazze e anche sui social. Sarà una campagna elettorale impegnativa e sarà fondamentale essere molto presenti sui territori. Io credo nella lotta al cambiamento climatico, nel lavoro, nella difesa della dignità della persona nella sanità pubblica e nella scuola. Questa secondo me è la direzione che deve prendere il nostro paese.

Le priorità?

Bisogna tutelare prima di tutto i precari, la cui condizione è forse il problema più grande che abbiamo al momento. Vengo dal mondo dell’associazionismo studentesco e so bene quanto sia difficile l’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani: è un tema di cui dobbiamo occuparci il prima possibile e in maniera seria e approfondita. Poi non dobbiamo dimenticare la lotta al cambiamento climatico e i diritti civili.

Lei viene dal Veneto, dunque è abituata a vivere in un posto in cui la destra appare quasi invincibile.

Qui la destra è molto forte, è vero, ma si vende per quello che non è. Noi che viviamo in Veneto sappiamo bene qual è la realtà: non parliamo di una forza moderata, tutt’altro. Qui la destra fa del consumo di suolo la sua bandiera, attacca in continuazione i diritti, dimentica il diritto allo studio e non riesce a rinnegare la sua vicinanza a gente di chiara estrazione fascista. Deve essere chiaro che per questo paese la destra non è un’alternativa valida e nella maniera più assoluta non ha un volto gentile.