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Le olimpiadi nell’urna scontro Raggi – Malagò

Le olimpiadi nell’urna scontro Raggi – MalagòIl presidente del Coni, Giovanni Malagò – Lapresse

Roma 2024 Referendum sbloccato, vittoria dei Radicali

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 1 giugno 2016

Nella soporifera campagna elettorale romana, ci pensa il Coni a portare un po’ di verve. Olimpionica, più che sportiva. Dopo aver tentato di fermare il referendum indetto da Radicali italiani e Radicali Roma sulla candidatura italiana alle Olimpiadi 2024 – inutilmente, perché ieri la raccolta firme è stata finalmente sbloccata dall’amministrazione comunale che si è vista costretta a ripristinare le regole, dopo le mobilitazioni nonviolente del comitato promotore – Giovanni Malagò si è impegnato in un confronto diretto con la candidata a sindaco M5S, Virginia Raggi, che nella foga dello sprint finale si è lasciata sfuggire un «criminale» di troppo.

«Le affermazioni di Virginia Raggi sono umilianti, offensive e incomprensibili», si è risentito il presidente del Coni, «sorpreso in negativo» dal consueto linguaggio giustizialista dei pentastellati usato questa volta dalla candidata sindaco per veicolare un concetto facile facile: «Con il debito che ha la Capitale, pensare a ospitare le Olimpiadi del 2024 è criminale». Malagò, che nella disputa è stato immediatamente supportato da ordini, confraternite e congregazioni che nei Giochi olimpici e paralimpici a Roma vedono il sol dell’avvenire, l’ha avvertita: quella frase potrebbe trasformarsi in «un boomerang per lei, perché il mondo dello sport non può accettare questo discorso del criminale» dato «a chi parla delle Olimpiadi».

Raggi ha capito l’antifona e ha corretto il tiro al volo: «Criminale è disinteressarsi e snobbare i problemi reali dei romani pensando solo alla realizzazione delle grandi opere, non mi riferivo ovviamente alle Olimpiadi, di fronte alle quali non c’è alcun pregiudizio da parte del M5S, anche se la nostra linea non cambia: Roma deve prima pensare all’ordinario e poi valuteremo lo straordinario». «Che discorso è? – si accalora Malagò – L’ordinario è a prescindere, è la buca, ma in 7 anni si riuscirà a sistemarla no? Noi dobbiamo dare una visione ai nostri figli. Sempre».

Se non fosse che la visione potrebbe essere offuscata dalla consultazione popolare promossa dai Radicali che ieri è stata finalmente sbloccata dalla Commissione per i Referendum «illegittimamente sospesa», secondo i promotori, dal Campidoglio «a seguito di ingerenze indebite del Coni». «Una vittoria che dobbiamo soprattutto alla mobilitazione nonviolenta dei tanti cittadini che negli ultimi 5 giorni si sono uniti al nostro Duran Adam contro il bavaglio al referendum, ottenendo così che la Commissione anticipasse la convocazione inizialmente prevista per il 6 giugno», spiega in una nota Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani e capolista della lista radicale in appoggio al candidato Pd Roberto Giachetti (che però si è detto «assolutamente favorevole» ai Giochi nella Capitale, considerandoli «una delle grandi opportunità dei prossimi anni» per il « cambiamento della città»).

Al Coni, la Commissione referendum ha dovuto comunque concedere qualcosa, imponendo come richiesto la riformulazione del quesito consultivo che inizialmente conteneva un riferimento al ritiro delle candidature decise da Boston e Amburgo. I promotori, per evitare un ulteriore slittamento della campagna referendaria che avrebbe dovuto cominciare due settimane fa, in concomitanza con quella elettorale, hanno accettato. Tra poco torneranno con i banchetti in strada a raccogliere le 28.683 firme necessarie. «Ora – conclude Magi – la sfida è anche nelle mani di chi dice di volere Roma capitale della partecipazione».

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