Vuole dare «un’attuazione radicale» all’articolo 15 della Costituzione, Carlo Nordio. Questo sarà il nucleo ideale della prossima ventura «riforma organica delle intercettazioni», la tutela massima della «libertà e della segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione».

E così, dopo che nel ddl sull’abuso d’ufficio è stato inserito anche il divieto di pubblicazione delle intercettazioni di persone estranee alle indagini, l’attuazione radicale di cui parla Nordio è affidato in sostanza a una proposta del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin.

Il testo da lui redatto è uscito più o meno immacolato dalla commissione Giustizia del Senato e ora aspetta il compiersi del suo destino in aula, prima di passare alla Camera.

Il tema è il sequestro degli smartphone e dei dispositivi digitali in generale: l’autorità giudiziaria potrà sequestrarli solo mediante «decreto motivato» che indichi «le ragioni che rendono necessario il sequestro in relazione al nesso di pertinenza fra il bene appreso e l’oggetto delle indagini» e «le operazioni tecniche da svolgere sul bene appreso e criteri che verranno utilizzati per selezionare, nel rispetto del principio di proporzione, i soli dati effettivamente necessari per il prosieguo delle indagini».

Gli accertamenti irripetibili, cioè se dovesse sussistere il rischio di cancellazione, alterazione o modifiche dei contenuti dello smartphone, dovranno essere autorizzate da un giudice, previo contraddittorio. Un’altra idea che circola negli ambienti della maggioranza è di limitare le proroghe alle intercettazioni fino a 45 giorni (attualmente non ci sono limiti).

«Porre un limite insuperabile non ha senso – dice il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia -, penso che sia giusto quando si proroga l’intercettazione dare conto. Ma credo sia poco accorto stabilire un tetto massimo. Una norma astratta che non potrà tenere conto delle concrete necessità investigative».

Il Pd, dal canto suo, annuncia possibili «iniziative legislative» a difesa delle intercettazioni.

Limitare la proroga delle intercettazioni è un altro passo in una direzione pericolosa. Ce lo ha detto ieri in antimafia, rispondendo ad una nostra domanda, il procuratore capo di Roma Lo Voi», dice il senatore dem Walter Verini.