Le frontiere aperte non penalizzano Merkel
Germania Il 68 per cento dei tedeschi non la considera come causa della strage di Berlino
Germania Il 68 per cento dei tedeschi non la considera come causa della strage di Berlino
«Wir schaffen das», «ce la faremo». Ancora, verrebbe da dire. Lo slogan con cui a settembre del 2015 Angela Merkel annunciò la decisione di aprire la frontiere tedesche a centinaia di migliaia di migranti, potrebbe infatti trasformarsi adesso nella parola d’ordine personale della cancelliera in vista della quarta campagna elettorale per le elezioni politiche di autunno. L’attentato del 19 dicembre al mercatino di Natale di Berlino non avrebbe infatti avuto contraccolpi sulla popolarità della Merkel, che continua a godere della fiducia della maggioranza dei tedeschi.
A confermarlo ci sono i risultati di un sondaggio effettuato nei giorni scorsi in Germania e dai quali non solo se ne ricava che il 68% degli intervistati non ritiene la politica di apertura delle frontiere attuata dalla cancelliera come causa della strage, ma addirittura fanno aumentare di 2 punti percentuali i consensi nei confronti della Cdu, indicato dal 38% degli elettori come partito di riferimento. Una percentuale che il partito della cancelliera non vedeva dall’inizio dell’anno.
E non si tratta dell’unica novità. Nonostante i continui proclami contro i migranti l’AfD, il partito di estrema destra populista e xenofobo guidato da Frauke Petry, guadagnerebbe infatti appena un punto percentuale, attestandosi al 12%. «Come sempre, quando accadono fatti terribili di questo genere gli elettori rifuggono dagli esperimenti e si schierano dietro alle forze di governo», spiega Manfred Gueliner, direttore di Forsa, l’istituto che ha realizzato il sondaggio. Brutte notizie, invece, per quanto riguarda il partito socialdemocratico, che perde due punti passando dal 22 al 20%.
Anche se i risultati del sondaggio rivelano più un bisogno di sicurezza che una vera adesione alla politica della Cdu – e anche se mancano più di nove mesi alle elezioni – l’esito era tutt’altro che scontato. Anzi.
Non a caso nelle ore successive all’attentato, pur confermando la politica di apertura verso «coloro che vogliono integrarsi», la stessa Merkel si era affrettata ad annunciare misure più severe per quanto riguarda i rimpatri dei migranti irregolari. Il sondaggio di Forsa in più aggiunge una riconfermata fiducia dei tedeschi nei suoi confronti, scelta dal 52% degli elettori contro appena il 13% conquistato dal leader della Spd Sigmar Gabriel.
Come tutti i sondaggi, anche quest’ultimo va preso però con estrema prudenza. Specie per quanto riguarda la capacità dell’estrema destra tedesca di attirare gli elettori. Meno di una settimana fa, infatti, un altro sondaggi dava l’AfD oltre il 15%, ma a preoccupare in modo particolare gli osservatori è un altro dato: quello riguardante l’aumento delle iscrizioni al movimento di Frauke Petry, passate in un anno da 4 mila a ben 26 mila.
I prossimi mesi diranno qual è veramente l’umore dei tedeschi. Intanto la Germania conferma i controlli alle frontiere insieme ai rimpatri – volontari e forzati – dei migranti ai quali non è stato riconosciuto il diritto di asilo. Il ministro degli Interni Thomas de Maiziere ha già annunciato l’intenzione di prolungare «di molti mesi oltre la scadenza di febbraio» i controlli ai confini nazionali. Sono invece 20 mila i migranti respinti ai confini nel 2016, più del doppio dell’anno scorso, mentre 55 mila sono stati i rimpatri volontari, compiuti scegliendo di percorrere a ritroso la rotta balcanica. 25 mila, infine, i migranti rimpatriati con la forza.
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