Le balle di Urso sulle crisi industriali, la Cgil: a rischio 2.500 lavoratori in più
Bugie di Governo Il ministro: abbiamo risolto vertenze storiche. Gesmundo: altri 120 mila per la transizione
Bugie di Governo Il ministro: abbiamo risolto vertenze storiche. Gesmundo: altri 120 mila per la transizione
Tre giorni fa il ministro Adolfo Urso ha cominciato il suo intervento al Tavolo sull’automotive tutto orgoglioso: «Abbiamo salvaguardato il sito produttivo e i lavoratori della Marelli di Crevalcore come con Wartsila e Whirlpool Emea, con un lavoro di sistema come noi vogliamo sempre realizzare”. “In 20 mesi del nostro mandato non c è stata mai la chiusura di una attività produttiva nei tavoli di crisi di competenza del nostro dicastero. In alcuni casi, come Termini Imerese e Piombino abbiamo anzi avviato a soluzione crisi che si trascinavano da oltre dieci anni».
Se è vero il salvataggio della Marelli di Crevalcore – ma il merito è molto di più degi operai e della Regione Emilia-Romagna che suo – e di Wartsila, è altrettanto vero che Whirlpool è stata salvata dalla lotta degli operai di Napoli sotto il governo Draghi, per Termini Imerese e Piombino la soluzione non si vede. Tutt’altro: sopratutto per l’acciaieria ex Lucchini di Piombino appena il 31 luglio c’era stata sempre al Mimit l’ennesima fumata nera nel passaggio degli indiani di Jindal (trovati da Renzi e Carrai nel 2015) agli ucraini di Metinvest.
E ieri la Cgil ha calcolato un aumento – seppur contenuto – dei lavoratori coinvolti in crisi aziendali. All’8 agosto sono 2.547 i lavoratori in più nei dossier aperti a palazzo Piacentini: erano 58.026 a inizio 2024.
I dati vengono dal segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo: «Altri 120mila lavoratori sono a rischio nei settori in crisi per la gestione delle transizioni o riconversioni produttive. E si aggiungono le crisi regionali: solo sui tavoli di Puglia e Veneto ulteriori 32mila lavoratori a rischio». In più ci sono recenti pessime notizie da Enel: «L’anticipazione al 2025 della chiusura delle centrali Enel a carbone di Civitavecchia e Brindisi produce circa tremila esuberi nell’indotto».
Da un anno, inascoltata la Cgil – ora assieme alla Uil – chiedono che i dossier più urgenti – Stellantis e Ilva – siano tolti al ministro Urso per comprovata incapacità di risolverli – per essere trattati direttamente a palazzo Chigi. Lì, alla presidenza della consiglio, sono state fatte scelte su Taranto (da parte del pugliese Fitto) che di fatto hanno hanno commissariato Urso e invitato lì Carlos Tavares non potrebbe mandare manager di terza fila come fa abitualmente al tavolo dell’auto.
«Abbiamo il bisogno di capire qual idea ha il governo: le soluzioni non sono nelle mani dei singoli ministri, i singoli tavoli al ministero delle Imprese non riescono a dare risposte che si intrecciano con altre competenze – ragiona Gesmundo – a settembre abbiamo bisogno di affrontare complessivamente questi temi: chiederemo l’attivazione di un tavolo alla presidenza del Consiglio, chiederemo al governo non ai singoli ministeri, perché se servono risorse ci sono risposte che non può dare il ministro Urso senza sentire il ministro Giorgetti, se parliamo di politiche energetiche non le può fare il ministro Pichetto Fratin senza sentire Urso e Giorgetti: la premier Giorgia Meloni deve aprire un tavolo a Palazzo Chigi».
Insomma, il mondo parallelo di Urso deve (finalmente) fare i conti con la reltà dei fatti.
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