Lavoro

Lavoro, la Cgil ha un piano

Lavoro, la Cgil ha un pianoSusanna Camusso – LaPresse

Occupazione Trenta miliardi in tre anni per 600mila nuovi posti. Secondo il sindacato la disoccupazione scenderebbe al 4,8% nel 2019. Con una crescita cumulata di 5,7 punti di Pil reale

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 14 settembre 2016

Se il Pil non riesce a ripartire non è solo colpa della crisi internazionale o dei tanti fattori sistemici che frenano il nostro Paese, il problema sta anche nelle ricette applicate: e il governo le sta sbagliando praticamente tutte. La Cgil ha un suo piano alternativo, che mira allo sviluppo e all’occupazione tramite una forte iniezione di investimenti. Si chiama Piano straordinario per il lavoro, analogo a diversi altri elaborati dal sindacato negli anni passati, sempre come stimolo ai diversi esecutivi, senza che mai qualche premier li abbia presi come diario di bordo. Trenta miliardi in tre anni: questa la cifra necessaria per ridare benzina a un sistema inceppato.

Si tratta di poco più di 10 miliardi di euro l’anno, la stessa cifra che per esempio viene messa per garantire gli 80 euro, o che dall’avvento del Jobs Act ha contribuito a finanziare gli incentivi per la creazione di nuovi contratti a tutela crescente. La gran parte delle risorse dovrebbe essere dedicata all’assunzione di dipendenti pubblici e ricercatori, ma una porzione dei finanziamenti andrebbe a sostenere la creazione di nuovi posti nelle cooperative e nelle start-up.

In particolare, in termini occupazionali, un impegno di spesa pubblica 2017-2019 pari a circa 30 miliardi di euro per 520 mila nuovi posti di lavoro pubblici e 80 mila privati (cooperative e start-up) può generare 1 milione 368 mila occupati complessivi aggiuntivi, tra pubblico e privato, ovvero tra creati direttamente e indirettamente. Particolare attenzione dovrà essere messa su due categorie più svantaggiate nel mercato del lavoro: giovani e donne.

Il tasso di disoccupazione scenderebbe al 4,8% nel 2019. In rapporto alla crescita del Pil, nel triennio considerato, si può determinare una crescita cumulata di 5,7 punti di Pil reale, ossia 186,7 miliardi di euro di Pil nominale in più rispetto alle crescita tendenziale. Fattore che ovviamente determinerebbe in positivo nuovi equilibri nei conti pubblici, riducendo gli indici di indebitamento.
Un libro dei sogni? Dove si dovrebbero reperire risorse così ingenti se già facciamo fatica ogni anno a far quadrare i conti? C’è anche la patrimoniale tra le soluzioni proposte (cavallo di battaglia della Cgil, sempre respinta da tutti i governi), ma non solo. Il sindacato spiega che «gli obiettivi del Piano straordinario sono plausibili, raggiungibili in breve tempo e soprattutto finanziabili». Ad esempio, circa 260 miliardi all’anno per 10 anni si potrebbero ottenere dall’Europa, così come proposto anche dalla Ces (la confederazione dei sindacati europei), con un piano di investimenti pubblici o mediante un cambiamento del Patto di Stabilità (la Cgil propone ad esempio di sospenderlo per 3 anni). Ancora: 20 miliardi all’anno si potrebbero avere grazie all’introduzione di un’imposta sulle grandi ricchezze di tipo progressivo; dai 30 ai 40 miliardi all’anno attraverso la riduzione strutturale dell’evasione fiscale, male atavico del nostro Paese.

Qualche esempio di assunzione proposta? A tempo indeterminato si potrebbero prendere 20 mila ricercatori nel campo delle energie rinnovabili; nel riutilizzo dei materiali e dei rifiuti, con il risultato di attivare green economy e industria verde. Ancora, sempre a tempo indeterminato, sarebbe utile assumere 100 mila addetti della pubblica amministrazione: per l’integrazione digitale, la diagnostica sanitaria, per progetti didattici contro la dispersione scolastica. Terzo esempio: 300 mila contratti straordinari 3 anni + 3 (che danno diritto a crediti formativi e titoli per i concorsi pubblici) nella prevenzione antisismica, nella manutenzione del territorio e bonifiche. Ma anche nella cura delle coste e delle spiagge, nell’assistenza agli anziani e ai minori, nella ristrutturazione sociale delle abitazioni.

Secondo la Cgil il Paese non può più aspettare: nove anni ininterrotti di crisi strutturale hanno cancellato 1,6 milioni di posti di lavoro, e le persone in condizione di povertà assoluta sono aumentate di oltre due milioni. Per questo, la segretaria generale Susanna Camusso ha annunciato che «il Piano straordinario verrà presentato al governo, anche in vista della nuova legge di Bilancio».

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