In Italia la riflessione sulle condizioni lavorative delle classi popolari e, al loro interno, delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati, è focalizzata, in gran parte, su alcuni settori storicamente caratterizzati da alto tasso di sfruttamento ma anche importanti esperienze di lotta, come il lavoro bracciantile, edile o legato alla gig economy. Più ai margini del dibattito pubblico e scientifico ma in una situazione simile e altrettanto significativa si ritrovano le lavoratrici e i lavoratori domestici, le colf e le badanti; una platea di quasi tre milioni di persone che, in una società ad alto tasso di invecchiamento e welfare debole come quella italiana, svolgono compiti fondamentali per la tenuta dell’intero sistema paese.

L’ULTIMO LIBRO di Francesco Antonelli, Emanuele Montemarano, Santina Musolino e Emanuele Rossi, dal titolo emblematico Lungo cammino verso la dignità (Vita e Pensiero, pp. 144, euro 16,00) presenta i risultati di una vasta inchiesta sociale proprio su questa importante categoria. Reso possibile grazie al finanziamento della Fondazione Padre Erminio Crippa e realizzata in collaborazione con la Federcolf, lo studio parte da due domande fondamentali: qual è la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori domestici? In che misura il loro vissuto, il loro rapporto con il mercato del lavoro, ci racconta qualcosa di significativo sul «posto» che occupano i ceti popolari in Italia?

Nel primo capitolo Emanuele Montemarano analizza gli istituti giuridici che regolano il lavoro domestico in Italia, focalizzandosi in particolar modo sul contratto collettivo nazionale. Strumento fondamentale che ha consentito, a partire dalla metà degli anni Settanta, un miglioramento importante della condizione lavorativa della categoria.

Attraverso interviste ad un campione di oltre trecento lavoratrici e lavoratori, nel secondo capitolo, Francesco Antonelli mostra come accanto al permanere di condizioni di vita e lavorative fortemente precarie – soprattutto nel Sud Italia – stiano anche emergendo, tra le colf e le badanti, nuovi processi di soggettivazione e rivendicazione. Percorsi di miglioramento collettivo delle condizioni lavorative resi possibili soprattutto grazie all’azione del sindacato, ai nuovi processi di formazione professionale e alla diffusione di una rinnovata cultura dei diritti. Tutte cose che danno sempre più forza e sostanza proprio al contratto collettivo nazionale e che testimoniano, più in generale, tutta l’importanza del fondamentale nodo diritti-lavoro per la stessa emancipazione delle classi popolari italiane.

NEL TERZO CAPITOLO, infine, Santina Musolino e Emanuele Rossi, sulla base di oltre venti interviste in profondità, restituiscono il vissuto delle lavoratrici e dei lavoratori domestici, facendo emergere tutta la complessità e la ricchezza delle loro traiettorie di vita; spesso intrecciate con dolorosi percorsi migratori nei quali esistenze andate spesso in frantumi in seguito al collasso di intere nazioni – si pensi a quanto accaduto nell’Europa Orientale negli anni Novanta – cercano una difficile ricomposizione.

In conclusione, Lungo cammino verso la dignità è un lavoro ben scritto e ben argomentato che contribuisce, con un punto di vista scientificamente fondato, a superare quel cono d’ombra in cui, nel dibattito pubblico, sono spesso collocati i lavoratori e le lavoratrici domestiche. Restituendo, allo stesso tempo, l’immagine di persone che non accettano passivamente la loro condizione di precarietà e sfruttamento ma lottano, in varie forme e in modo sempre più esteso, per vedere riconosciuti i propri diritti.