L’aut aut di Calenda alla Whirlpool: «Revochi i licenziamenti e attivi la cig»
Vertenza Embraco Sono 497 i posti a rischio nello storico stabilimento piemontese: il ministro minaccia di aprire uno scontro a Bruxelles con la Slovacchia. E intanto si trova una soluzione per la Ideal Standard: i 300 lavoratori tutti salvi, saranno impiegati in una nuova azienda che produrrà sampietrini
Vertenza Embraco Sono 497 i posti a rischio nello storico stabilimento piemontese: il ministro minaccia di aprire uno scontro a Bruxelles con la Slovacchia. E intanto si trova una soluzione per la Ideal Standard: i 300 lavoratori tutti salvi, saranno impiegati in una nuova azienda che produrrà sampietrini
Sulla vertenza Embraco ieri è arrivata la voce grossa del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda: già «protagonista» della giornata per aver favorito la risoluzione di un’altra vertenza, quella della Ideal Standard, il ministro ha posto un aut aut alla Whirlpool, titolare dell’industria di compressori per frigoriferi di Riva di Chieri. «Non faccio mai pronostici sulle crisi industriali a cuor leggero – ha spiegato – Ho visto giovedì Embraco, ho chiarito alla multinazionale americana che devono ritirare i licenziamenti e farli diventare cassa integrazione».
«Giovedì li incontro di nuovo – ha proseguito Calenda, riferendosi a un secondo faccia a faccia programmato con l’azienda – Ho spiegato che se non ritirano i licenziamenti loro vanno incontro a una dichiarazione di guerra del governo italiano, che vuol dire andare a Bruxelles e verificare, cosa che sto già facendo fare dall’ambasciatore, se hanno già un accordo con la Slovacchia, un’intesa fiscale che configura un aiuto di Stato. Il ministro degli esteri Alfano, su mia richiesta, chiederà spiegazioni al governo slovacco, perché questo fatto che i paesi dell’est che beneficiano peraltro di fondi Ue, facciano dumping per attirare produzioni dal resto dell’Europa è una cosa che deve finire, non è più tollerabile. Abbiamo sbagliato – ha concluso Calenda – con l’allargamento, ma non vuol dire che dobbiamo subire questo».
Embraco, controllata dalla statunitense Whirlpool, ha annunciato nelle scorse settimane la chiusura dello stabilimento di Riva di Chieri e il licenziamento di 497 persone, a causa della delocalizzazione degli impianti di produzione in Brasile, Cina e Slovacchia. Ma i suoi operai – alcuni con decenni di lavoro alle spalle, parliamo di una fabbrica storica del territorio piemontese – sono in mobilitazione da mesi, tra presidi e manifestazioni.
I lavoratori la settimana scorsa avevano avanzato l’ultimo appello pubblico dalla sala stampa del Festival di Sanremo: «In questo momento di gioia e allegria che il Festival di Sanremo regala ogni anno a tutta l’Italia e a tutti gli italiani nel mondo – avevano detto sabato, il giorno della finale – vi chiediamo di starci vicino perché per noi, invece, è un momento molto triste, che ci fa avere paura di un futuro che diventa sempre più incerto: a ottobre l’azienda ci ha comunicato che il nostro stabilimento non è più competitivo e che la produzione sarà trasferita in altri impianti all’estero, dove il costo del lavoro è più basso».
I dipendenti Embraco hanno quindi ricordato di essersi rivolti in questi mesi alle istituzioni locali e al governo, di essersi appellati anche a papa Francesco, e che intanto stanno «continuando a lavorare, perché ci sono delle commesse da portare a termine».
L’ultimatum di Calenda è entrato nella campagna elettorale, e da Liberi e Uguali è venuta una presa di posizione sulla questione del rapporto con i paesi dell’est Europa: «Sulla drammatica vicenda di Embraco che chiude in Italia e delocalizza in Slovacchia, il ministro Calenda riconosce finalmente un’amara verità: “Abbiamo sbagliato con l’allargamento perché i paesi dell’Est fanno dumping sociale” – ha detto Stefano Fassina – E quindi? Il governo italiano intende inserire nella discussione franco-tedesca proposte per affermare il principio di territorialità e standard sociali, contrattuali e fiscali interni alla Ue?».
Intanto si è conclusa felicemente un’altra vertenza, quella della Ideal Standard di Roccasecca, nel frusinate. Lo stabilimento con i suoi 300 lavoratori passa dalla multinazionale Ideal Standard, che ne aveva annunciato la chiusura, alla Saxa Gres di Anagni, specializzata in gres porcellanato. L’accordo è stato firmato al dicastero dello Sviluppo economico alla presenza del ministro Calenda e del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Soddisfatti anche i sindacati.
Il nuovo impianto non produrrà più ceramica per sanitari ma sampietrini ottenuti da materiale di scarto e destinati alla pavimentazione da esterni. L’investimento, di 30 milioni di euro, è supportato da governo e Regione Lazio. Complimenti a Calenda sono arrivati dal segretario Pd Matteo Renzi e da Pietro Grasso di LeU.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento