L’Aquila, per le destre è qui la partita decisiva. Il Pd sogna il ballottaggio
Città al voto Centrosinistra con due candidati: Pezzopane per i giallorossi e il moderato Di Benedetto. Il sindaco Biondi ex di CasaPound
Città al voto Centrosinistra con due candidati: Pezzopane per i giallorossi e il moderato Di Benedetto. Il sindaco Biondi ex di CasaPound
Dei 4 capoluoghi di regione al voto il 12 giugno, L’Aquila è certamente quello in cui la sfida è politica a tutto tondo. Poche le sfumature: da una parte il sindaco uscente di destra, Pierluigi Biondi, un passato in CasaPound e ora fedelissimo di Giorgia Meloni. Dall’altro un centrosinistra che va da Sinistra italiana a Italia Viva, con dentro anche il M5S. La candidata è Stefania Pezzopane, volto noto in città e non solo, presidente della Provincia ai tempi del terremoto e poi parlamentare Pd.
NON È UN CASO CHE MELONI venerdì chiuderà la campagna a l’Aquila, in una regione governata dal fedelissimo Marco Marsilio, molto presente in questa campagna elettorale che ha un valore altissimo per il centrodestra che qui – unito più che altrove- fa le prove generali della formula per il governo nazionale.
Nel centrosinistra c’è un altro candidato, Americo Di Benedetto, sconfitto da Biondi nel 2017 dopo una clamorosa rimonta del candidato Fdi (pesarono anche delle primarie sanguinose che rilasciarono tossine nelle urne). Di Benedetto, centrista, uscito dal Pd nel 2019, poi eletto consigliere regionale nella civica di Giovanni Legnini, ora sostenuto da Calenda e da due civiche, all’inizio pareva essere la pietra tombale sulle speranze di successo di Pezzopane.
E INVECE LA MUSICA È cambiata. Nel centrosinistra hanno capito che due candidati hanno più possibilità di uno solo di portare Biondi al ballottaggio. Sarà che i due pescano in due elettorati diversi, lei più a sinistra (rinegati gli anni della sfegatata militanza renziana), lui nella borghesia post Dc che non ama il sindaco in nero. Fatto sta che i due candidati di area progressista non si pungono, massimo fair play, e già si ragiona su un possibile apparentamento al secondo turno.
O comunque una «convergenza politica», come la definisce il segretario regionale del Pd Michele Fina. Tutto sta nel tenere Biondi sotto il 50%, puntando sui moderati di centrodestra spaventati da CasaPound e anche su una certa insofferenza della Lega, che in Abruzzo si vede ormai superata da Fdi, più abile nel costruire una rete di potere.
I GIALLOROSSI CRITICANO una ricostruzione pubblica che è rimasta indietro, mentre sul fronte privato gli edifici distrutti dal sisma del 2009 sono rifioriti. Le scuole sono il tallone d’Achille di Biondi. «Ne sono state riaperte solo due, su progetti che avevamo avviato noi», attacca Emanuela Di Giovanbattista, assessore nella giunta di Massimo Cialente, il sindaco del terremoto, l’ultimo di centrosinistra. «Non ci sono problemi di finanziamenti, le norme sono state semplificate, la verità è che sulle scuole questa giunta non ha fatto quasi nulla».
Biondi parla di ritardi «non imputabili a noi», assicura di aver sollecitato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, accusa «organi intermedi più interessati a individuare le ragioni del no che a semplificarci la vita».
IL SINDACO DALLA SUA HA una città che ha ripreso a vivere, anche nel centro: movida e commercio sono ripartiti. Oltre all’immane mole di denaro che dal 2009 è arrivata in città: le stime parlano di quasi 13 miliardi di euro , cui vanno aggiunti i fondi del Pnrr. Anche il turismo ha dati positivi. Di fatto, Biondi ha vissuto la fase più proficua della ricostruzione, dopo i primi anni del dolore, del caos e della fatica.
Gli ultimi sondaggi pubblicati prima dello stop pre-elettorale danno Biondi in netto vantaggio, con una possibile vittoria al primo turno. Ma i due sfidanti di centrosinistra (se uniti) sono poco sotto. Per questo i big del centrosinistra giocano ogni palla possibile, fino all’ultimo minuto utile: sono arrivati Enrico Letta, Andrea Orlando e Roberto Speranza (qui la lista Coraggiosa tiene dentro Art.1, Sinistra italiana e alcuni esponenti dei movimenti).
OGGI TOCCA AL MINISTRO della Cultura Dario Franceschini e al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che proporranno un «Patto per L’Aquila con Roma»: un tentativo di stringere i rapporti tra le due città, per spingere una quota di turismo verso il capoluogo abruzzese e rafforzare i collegamenti. «Per noi è fondamentale la realizzazione di una linea ferroviaria che colleghi le due città», spiega Di Giovanbattista, che è anche segretaria del Pd cittadino.
«Dovrai essere la sindaca che riporterà i giovani all’Aquila», ha detto Letta a Pezzopane durante la sua visita in città. Lei ha preso la palla al balzo: «Dobbiamo far capire a queste nuove generazioni che L’Aquila può essere un’altra cosa, che qui vale la pena vivere, che non bisogna scappare». Centrale il tema del lavoro, con circa 5mila posti persi negli ultimi 13 anni dopo il sisma,e nonostante i tanti fondi arrivati.
PEZZOPANE CONTA SU UNA buona popolarità, e sul fatto che in dieci anni in Parlamento si è sempre battuta per la città. Biondi gode del fatto di essere un sindaco al primo mandato. Lei gioca su quello che non è stato fatto (la ricostruzione pubblica), lui anche sulla forza trainante che in questa fase Fdi ha in Abruzzo.
Per il centrodestra la sfida è altamente simbolica. «Squadra che vince non si cambia. Qui il centrodestra è unito, L’Aquila è un modello per vincere le politiche», ha detto Salvini durante uno dei suoi tour in città. «Se perdono la città cade anche la giunta regionale», sussurrano in casa dem. E sperano
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