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Landini superstar: «Ora i ricchi aprano i portafogli»

Landini superstar: «Ora i ricchi aprano i portafogli»Maurizio Landini – LaPresse

Congresso Articolo 1 Ovazione per il leader Cgil: il governo agisca subito per i più fragili. «Serve lo scostamento di bilancio, a rischio la tenuta sociale. Sulla guerra la Ue non può essere spettatrice, ma agire in autonomia dagli Usa. No al riarmo», dice Landini

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 24 aprile 2022

In principio doveva essere un saluto, quello del segretario della Cgil Maurizio Landini al congresso di Articolo 1. E invece il suo si è rivelato come un applauditissimo intervento politico a tutto tondo. Che a tratti ha fatto pensare al Landini leader Fiom, che nel 2015- in pieno renzismo- lanciò la Coalizione sociale per tentare di costruire un’alternativa a quel centrosinistra impregnato di liberismo e sempre più distante dal mondo del lavoro.

Dal palco parla della «necessità di fermare la guerra, perchè quello è il terreno scelto da Putin». «Di fronte a un rischio nucleare sarebbe da irresponsabili stare zitti e fermi.Perchè in gioco c’è la ridefinizione di un ordine mondiale, e soprattutto quale sarà lo strumento per arrivarci: «Non si può pensare che sia la guerra». Cita Macron, e anche il governo tedesco: «Anche loro si pongono il problema che l’U non sia semplice spettatrice, deve svolgere una sua funzione anche in autonomia dagli Usa: non vuol dire essere contro gli americani ma la nostra funzione è un’altra». Applausi. Che arrivano ancor più forti quando dice: «A Draghi ho spiegato che la risposta non può essere l’aumento delle spese militari. E non prendiamoci in giro: in ballo non c’è la costruzione di un esercito europeo, e infatti la Germania sta rafforzando il suo esercito».

Al cuore del suo ragionamento c’è il rischio, più che concreto, di una nuova recessione. Di una crisi sociale. Di una «rottura» della coesione sociale che con il Covid fu evitata «grazie agli interventi del governo», come il blocco dei licenziamenti. Segnali che da palazzo Chigi ora non arrivano. Nonostante le sollecitazioninegli incontri nelòla Sala Verde. «Serve subito uno scostamento di bilancio e bisogna andare a prendere le risorse dove ci sono: chi si è arricchito in questi anni deve mettere mano al portafoglio, la responsabilità non può essere sempre a senso unico».

Landini ricorda che« fin da quando ero giovane ci sono sempre stati da fare dei sacrifici nell’interesse generale del paese. Ecco, adesso «mettere più soldi nelle buste paga di lavoratori con i redditi più bassie pensionati è interesse generale, è il momento di interventi straordinari se vuoi tenere unito il Paese». Landini avverte un «elemento di rottura», di sfiducia, che si è già manifestato con la crescita abnorme dell’astensione e che «riguarda anche noi sindacati». «Se una persona negli ultimi anni è stata precaria sotto governi di tutti i colori, mi spiegate che senso hanno per lui destra e sinistra? E che senso ha parlare di una repubblica fondata sul lavoro se vengono da anni di sfruttamento?».

La sinistra , dunque. «O è rappresentanza del mondo del lavoro oppure non esiste». Di più: il leader Cgil cita «l’utopia di trasformare il modello sociale, cambiando radicalmente i rapporti di potere tra lavoro e impresa». Come? Ad esempio con la «partecipazione dei lavoratori alle scelte delle imprese. Non bastano più le rivendicazioni su salari e orari di lavoro, serve pari dignità tra lavoro e impresa». «Badate, se la gente non va più a votare non è perchè ha perso la testa, ma perchè non si sente rappresentata da nessuno». Un messaggio chiaro al variegato mondo del ce ntrosinistra che discute su cosa fare da grande: «Se il governo adesso non fa le cose che deve fare, poi gli elettori se lo ricordano. E non pensate che il fatto di avere una maggioranza di unità nazionale sia una giustificazione».

L’avvertimento a Pd e alleati è chiaro: se aspettate le elezioni senza fare nulla per i ceti più deboli, per gli esclusi, si rischia un massacro alle urne, tra sovranisti e astensione alle stelle: «E guardate che da noi non c’è il secondo turno come in Francia». Landini non fa sconti neppure a Speranza: «Sì, sulla sanità che c’è stato un aumento del budget ma non basta». E sui contratti «non si possono fare i rinnovi senza tenere conto dell’inflazione attuale. Abbiamo forse scritto in fronte Joe Condor?». Infine, una rivendicazione: «Quando a dicembre abbiamo fatto lo sciopero generale con la Uol ci hanno dato degli irresponsabili: i punti cetrali erano la mancanza di redistribuzione e di una vera riforma fiscale. Oggi questi temi sono ancora più attuali»

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