La Corte suprema ha rinviato a oggi la decisione sull’eliminazione dal mercato della pillola abortiva, il mifepristone, il cui destino è in una sorta di limbo da quando giudici e tribunali diversi hanno emesso sentenze contrastanti.

La Food and drug administration, Fda, ha approvato il mifepristone più di venti anni fa autorizzandone l’uso in combinazione con il misoprostolo, per porre fine alle gravidanze in modo farmacologico e non chirurgico fino alle 10 settimane.

Nonostante il medicinale venga utilizzato dal 2009 e sia  ritenuto sicuro da medici ed esperti, i gruppi conservatori sostengono che la Fda ha dato l’approvazione al farmaco troppo rapidamente.

Un giudice federale del texas, Matthew Kacsmaryk, ha accolto questa tesi e ha deciso di sospendere l’approvazione da parte della Fda del mifepristone, ma meno di un’ora dopo un giudice federale di Washington ha ordinato alla Fda di mantenere l’accesso al mifepristone nei 17 stati più il distretto di Washington Dc che vogliono proteggerne ed espanderne l’accesso.

A seguito di queste due sentenze la quinta Corte d’appello con sede a New Orleans ha sospeso parte dell’ordine di Kacsmaryk rifiutandosi, però, di bloccare alcune parti dell’ordine del giudice texano e mantenendo le restrizioni sulla distribuzione della pillola reintrodotte da Kacsmaryk e che erano state revocate nel 2016.

Queste restrizioni includono la limitazione del suo utilizzo dopo le prime sette settimane di gravidanza, rispetto alle attuali 10, e l’obbligo a tre visite mediche fatte di persona. Rinviando la propria decisione la Corte suprema al momento continua a concedere l’accesso ai mifepristone per posta, almeno fino ad oggi.

Ma la trafila legale del farmaco non termina qui. La ditta farmaceutica Genbiopro ha fatto causa alla Fda chiedendo di mantenere sul mercato la versione generica del mifepristone di loro produzione. Negli usa Genbiopro è l’unico produttore della versione generica del farmaco e l’azienda di fatto produce la maggior parte del mifepristone venduto nel paese.

Nel 2019 la Fda aveva approvato la pillola abortiva di Genbiopro, quindi se la sentenza della Corte d’appello federale dovesse essere confermata, questa versione generica verrebbe automaticamente cancellata, secondo quanto riferito, la Fda ha affermato di volersi conformare a qualsiasi sentenza del tribunale, ma Genbiopro sostiene che la Fda non può sospendere l’approvazione del mifepristone senza concedere loro il diritto costituzionale a un’udienza. Secondo uno studio pubblicato dal Pew Research Center, la maggior parte degli americani afferma che l’aborto farmacologico dovrebbe essere legale.

Lo studio, condotto dal 27 marzo al 2 aprile dal think tank apartitico con sede a Washington, ha rilevato che il 53% degli adulti statunitensi afferma che le pillole abortive dovrebbero essere legali, il 22%  che l’aborto farmacologico dovrebbe essere illegale e il 24% di non esserne sicuro.

Lo studio ha rivelato anche le divisioni politiche e demografiche a sostegno dell’aborto farmacologico. Circa il 73% degli intervistati che si definivano democratici o indipendenti di tendenza democratica ha affermato che l’aborto farmacologico dovrebbe essere legale mentre solo il 35% di quelli  che si definivano repubblicani o indipendenti di tendenza repubblicana ha detto lo stesso.

Il 66% degli adulti sotto i 30 anni ha affermato che le pillole abortive dovrebbero essere legali, rispetto alla metà degli adulti di età pari o superiore ai 30 anni.  Le donne sono particolarmente propense a sostenere l’accesso alle pillole abortive toccando il 71% tra le donne sotto i 30 anni.

Per la maggior parte degli intervistati bianchi, neri e asiatici le pillole abortive dovrebbero essere legali, ma le risposte tra gli adulti ispanici sono state più contrastanti.  Circa il 46% ha affermato che l’aborto farmacologico dovrebbe essere legale, mentre il 25% ha affermato che dovrebbe essere illegale e il 29% non ne è sicuro.