Archiviare le divisioni della campagna elettorale per definire una convergenza tematica tra le forze di opposizione alle destre. In parlamento e fuori. È il succo della conferenza stampa tenuta ieri da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, segretari di Sinistra italiana e Verdi. L’Alleanza cocomero ha superato lo scoglio del quorum e dovrebbe contare su una pattuglia di 16 parlamentari: 12 alla Camera e 4 al Senato. Due le vittorie agli uninominali: Bonelli eletto deputato a Imola e Ilaria Cucchi senatrice in Toscana.

«La partita del progressismo italiano non si gioca solo nel Pd, ma in un campo di relazioni più largo. Non si vince contro la destra senza Pd, M5s e rosso-verdi. L’idea che c’è una sola forza che fa da perno è finita», dice Fratoianni rispondendo indirettamente a Letta. Che in mattinata, pur aprendo alla collaborazione con gli altri partiti di opposizione, aveva proposto il Pd come elemento trainante.

Il segretario di Si contesta la ricostruzione della sconfitta tracciata dall’omologo dem. «Non è vero che è tutta colpa di Conte. Le destre hanno vinto perché non hanno avuto una risposta sufficiente sul piano politico ed elettorale», ragiona. Tradotto: perché Letta ha rotto con Conte. Poco più tardi, però, un freno agli automatismi anti-Meloni viene dal presidente del M5s, a cui nella corsa elettorale i rosso-verdi hanno preferito la coalizione con il Pd. «Vedremo nell’attività parlamentare», dice Conte.

Secondo Fratoianni i punti su cui bisognerebbe battersi insieme sono: tassazione degli extra profitti, salario minimo legale, riduzione dell’orario di lavoro, stop al consumo di suolo, transizione energetica, difesa dei diritti civili.

Bonelli, che esulta per aver riportato i Verdi in parlamento dopo 14 anni, ne approfitta per lanciare una frecciata a Carlo Calenda (Azione) con cui non sono mancati duri botta e risposta durante tutta la campagna elettorale. «Il suo personalismo lascia fuori dal Senato una figura importante della politica italiana come Emma Bonino. Almeno chieda scusa». Bonino correva per il seggio di Roma centro proprio contro Calenda. Tra i due ha vinto Lavinia Mennuni, candidata pro vita di Fratelli d’Italia.