Nel giorno in cui viene festeggiato l’aumento degli iscritti, che nel 2023 raggiungono quota 2.340.900 dai 2.317.723 dell’anno precedente (+1%), la Uil cambia rotta e apre a una legge sulla rappresentanza sui posti di lavoro, così come chiede da anni la Cgil. “Un eventuale intervento legislativo di sostegno – ha puntualizzato il segretario generale Pierpaolo Bombardieri – potrà dare un ulteriore impulso al sistema”.

“Su questo tema abbiamo aperto un confronto al nostro interno – ha spiegato nel dettaglio Bombardieri – e valutato come necessario un intervento che possa rappresentare un primo passo per l’applicazione dell’articolo 39 della Costituzione, e un aiuto anche sulla questione del salario minimo. Servirà anche per chiarire chi in questo Paese ha la possibilità di sottoscrivere contratti ed è rappresentativo”. Insomma ad offrire un quadro normativo di riferimento “che possa dare concreta attuazione ai rimandi costituzionali, e sconfiggere il fenomeno del dumping contrattuale”.

In particolare per la Uil occore un intervento legislativo sulla rappresentanza e rappresentatività di sostegno ai contenuti degli accordi interconfederali; una misurazione della rappresentanza di tutti i soggetti, incluse le organizzazioni datoriali; un intervento normativo che preveda l’obbligatorietà per le aziende di comunicare coloro che sono iscritti alle organizzazioni sindacali; un sistema legislativo che stabilisca che nelle aziende al sotto dei 15 dipendenti si costituisca una rappresentanza dei lavoratori, prediligendo le Rsu alle Rsa, e nelle realtà polverizzate di avere la elezioni/nomina di una figura come il delegato di bacino; un regolamento che stabilisca i principi e le regole per le elezioni telematiche delle rappresentanze sindacali.

Bombardieri esclude che il cambio di rotta possa scavare un solco con la Cisl, da sempre fredda sul tema: “Penso piuttosto che possa essere un elemento di unione e non di divisione”. La base di partenza è l’accordo firmato da Cgil Cisl Uil e Confindustria nel 2014. “Questa proposta -dovrà servire ad avviare un percorso con il governo e su cui vogliamo confrontarci anche con Cgil Cisl e Confindustria”.

Infine, quanto ai numeri del tesseramento, nel 2023 i lavoratori attivi iscritti alla Uil sono stati il 64,46% del totale, i pensionati il 35,54%. Tra i comparti, la quota maggiore si è registratas nell’industria (26,74%), seguita da pubblico impiego (26,46%) e terziario (18,7%). Gli uomini sono il 53,53%, le donne il 46,47%.