Sabato 21 luglio 2001 tornammo a casa col solito pullman, ancora sconvolti per quel che avevamo visto: le cariche, i lacrimogeni, la fuga guidata dall’alto – da Radio Popolare, dagli amici al telefonino, dai genovesi affacciati alle finestre – il terrore per le squadre di polizia e carabinieri, il militante della Fiom che si era preso cura di un ragazzino sotto choc per le manganellate assestategli solo perché indossava una maglia del Che, il suo pianto straziante. Il viaggio di ritorno fu colmo di rabbia, ma incredibilmente silenzioso, prevaleva lo sconcerto. Un boato ci fu quando la televisione mandò il...