Non si ferma più il contatore del gas dell’Europa sempre appesa alla canna di Mosca. E ormai comincia a segnare numeri che fanno davvero paura a Bruxelles come a Berlino, Parigi, Roma e prima ancora Amsterdam, dove alla borsa dell’energia l’oro-blu ormai è quotato oltre 244 euro per megawattora.

All’orizzonte si staglia il colossale rincaro del 60% annunciato da Gazprom, pronto a scattare già all’inizio dell’inverno: 4.000 mila dollari per mille metri sarà la nuova bolletta con o senza la riattivazione delle miniere di carbone o la riaccensione delle vecchie centrali nucleari.

Chi pagherà il conto?

I cittadini, almeno in Germania, come conferma la Gasumlage approvata dal governo Scholz che scarica sugli utenti le perdite delle compagnie energetiche. Come anticipato dal manifesto a fine luglio, la nuova tassa sul gas servirà a salvare il bilancio innanzitutto delle imprese distributrici a cominciare dalla Uniper appena “nazionalizzata” dalla coalizione Semaforo.

Leader dell’importazione di gas in Germania, la società con sede a Dusseldorf nel primo semestre del 2022 ha registrato oltre 12,2 miliardi di euro di perdite, di cui più di metà dovute direttamente alle continue interruzioni del Nordstream-1.

Un maxi-buco finanziario da coprire con l’aumento fino a 500-600 euro della bolletta energetica annuale di ogni famiglia tedesca, obbligata così per legge a «compensare», tra l’altro, pure i 2,7 miliardi di euro della voce «svalutazioni» dichiarati da Uniper a causa dello stop al Nordstream-2.

Per i guadagni della neo partecipata statale, invece, bisognerà aspettare almeno il 2024, come rivela il direttore finanziario, Tiina Tuomela, senza tuttavia fornire alcuna cifra degli utili per via della «estrema volatilità della situazione attuale».

Di sicuro e perfettamente calcolabile rimane quindi solamente il taglio delle forniture di Gazprom che raddoppierà il prezzo del gas già a fine dicembre. Dall’inizio dell’anno il colosso controllato dal Cremlino ha ridotto del 36,2% le esportazioni verso l’Europa immettendo nelle pipeline appena 78,5 miliardi di metri cubi di gas. In più dal 27 luglio il Nordstream viene utilizzato al 20% della sua capacità a causa dello stop anche della seconda turbina prodotta da Siemens Energy installata nella stazione di compressione di Portovaya. In pratica, la Russia attualmente fornisce gas all’Europa solo attraverso l’hub di Sudzha dopo che le richieste di pompaggio per quello di Sokhranovka sono state respinte dal governo ucraino.

Così dal prossimo autunno scatterà la Gasumlage pari a 2,4 centesimi per kilowattora predisposta il mese scorso dal governo Scholz. Tra le vive proteste della Linke, che ieri ha avvertito il cancelliere del pericolo di «rompere la coesione sociale«» annunciando manifestazioni di piazza, come della Csu che denuncia le mancate forme di sgravi da affiancare in parallelo alla nuova tassa.

Promesso dal cancelliere in persona, il nuovo pacchetto di aiuti anti-crisi non arriverà comunque prima dell’«avviso» ricordato ieri pubblicamente dal capo dell’opposizione: «Tra pochi giorni, 20 milioni di clienti delle aziende del gas saranno informati per posta del prelievo aggiuntivo» riassume il segretario Cdu, Friedrich Merz. Ma contro Scholz ci sono anche gli imprenditori terrorizzati per la miccia della tassa sull’inflazione che è già socialmente a livelli pre-esplosivi.

In particolare nei Land della ex Ddr direttamente colpiti dalla Gasumlage: «Tassa che rappresenta un colpo contro l’Est perché lì redditi e risparmi sono più bassi. Già lunedì organizzeremo una protesta massiccia come quella contro la legge Hartz IV» annuncia il responsabile della Linke di Lipsia.

Ma anche l’Associazione consumatori chiede a Scholz di fermarsi, spiegando che per una famiglia di quattro persone l’imposta sarebbe di 484 euro all’anno, ovvero che la sua Gasumlage si traduce con «l’insolvenza per i poveri».

Intanto la Confedili chiede l’aumento dell’indennità di alloggio e anche di ampliare la platea di beneficiari. Il direttore Andreas Breitner ieri ha denunciato come «il drammatico aumento dei costi energetici ha ormai investito in pieno la classe media».