Anche se il peggio è passato, la Sicilia brucia ancora. E dopo i tre morti e i due forestali ustionati ricoverati in ospedale ora si tema per la vita del pilota di un elicottero antincendio del corpo forestale che ieri stava operando nella zona di Buccheri (Sr) e col quale la centrale operativa fino a ieri sera non è riuscita a mettersi in contatto. Gran parte dei focolai nell’isola sono stati spenti ma rimangono alcune zone dove gli interventi dei canadair e via terra proseguono senza sosta ormai da 48 ore. I canadair continuano a volare ad Altofonte (Pa), San Martino delle Scale (Pa) e a ridosso della discarica di Bellolampo. Nelle prime due zone il fuoco continua ad alimentarsi nonostante gli interventi.

IL CALO DELLA TEMPERATURA, da 45 a poco sopra i 30 C°, sta concedendo un po’ di sollievo a chi ha vissuto per giorni il forte vento di libeccio e di scirocco. Drammatico il racconto dei testimoni che hanno visto le fiamme avanzare: «Niente a che vedere con precedenti roghi sembrava l’apocalisse. Facevamo fatica a respirare e l’incendio non è divampato per caso, ma provocato». Per Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, «la pluralità di focolai lascia pensare ad atti dolosi, all’azione di scelleratezza assoluta che distrugge territorio e ambiente, fatti contro la nostra comunità che ne è vittima». «Sono reati gravi come quelli mafiosi, sono reati contro l’umanità», accusa il sindaco che ha ricevuto la telefonata del Capo dello Stato Sergio Mattarella. In un altro colloquio telefonico col governatore Renato Schifani che in giunta ha dichiarato lo stato di crisi e richiesto quello di emergenza a Roma, il presidente della Repubblica ha dato la propria disponibilità a intervenire anche in prima persona, se fosse necessario.

Mattarella e il capo di Stato della Grecia, Katerina Sakellaropoulou, in una conversazione telefonica hanno condiviso forte preoccupazione per l’emergenza climatica, anticipando un’iniziativa congiunta da parte dei paesi dell’Europa del Sud per affrontare i rischi climatici nel Mediterraneo. Grecia e Italia possono creare un fronte comune per sensibilizzare l’Ue, gli altri paesi del Mediterraneo e la comunità internazionale, al fine di agire più rapidamente ed efficacemente».

IL DAY AFTER È PESANTISSIMO dal punto di vista ambientale ed economico. Sessanta milioni di euro è la prima stima dei danni fatta dalla protezione civile regionale, ma è al ribasso. La Regione ha calcolato in oltre 200 milioni di euro i danni all’agricoltura per l’ondata di calore. Intere piantagioni sono distrutte, raccolti bruciati, allevamenti disintegrati, imprese al collasso. E poi, aggiunge Lagalla, ci sono «i danni notevoli ad abitazioni private, attività commerciali, a impianti tecnologici e aree verdi». I roghi hanno distrutto anche beni culturali e storici come la chiesa di Santa Maria di Gesù, da dove è stata portata via in tempo la teca con le spoglie di San Benedetto il Moro, uno dei patroni di Palermo. Di «incubo ormai ricorrente» parla il Wwf. Ettari ed ettari di natura preziosissima bruciati. «Si tratta certamente degli effetti del cambiamento climatico, proprio per queste ragioni, però, istituzioni ed enti preposti non possono dirsi sorpresi – dicono gli ambientalisti – Si stima che nell’isola servirebbero non meno di 300 vigili del fuoco in più e che gli uomini della forestale regionale siano sotto organico di circa 400 unità. Logico dunque domandarsi se gli oltre 20mila operai forestali contrattualizzati annualmente dalla Regione siano correttamente impiegati».

PREOCCUPA IL BLACKOUT elettrico. In molte zone di Catania manca l’energia ormai da 72 ore, anche a Palermo ci sono quartieri al buio. Gran parte delle 2 mila persone sfollate sono rientrare nelle proprie case, mentre alcune decine sono ancora ospiti di strutture alberghiere messe a disposizione dalle amministrazioni locali.

Intanto la Procura di Palermo ha disposto l’autopsia sui corpi dei due coniugi, Salvatore Cometa e Teresa Monastero, di 78 e 76 anni, morti carbonizzati per cause ancora da accertare nella loro abitazione in fondo Orsa a Cinisi (Pa) nei pressi dell’aeroporto Falcone Borsellino. La zona nella notte tra il 24 e 25 luglio è diventata un inferno di fuoco. In attesa dell’arrivo dei soccorsi i residenti con tubi e secchi di fortuna hanno cercato di proteggere le proprie case. Nulla da fare per i due coniugi. A trovarli senza vita sono stati i vigili del fuoco e la polizia municipale di Cinisi.