Il «Fisco amico» presentato dal governo come una riforma epocale attesa da anni e dai suoi avversari come un regalo agli evasori, altro non è che la piena realizzazione di un’egemonia, culturale e politica costruita nel tempo che attraversa classi sociali e schieramenti partitici. Si tratta del lento compimento di quella «rivoluzione liberale» di cui parlava Berlusconi, almeno per quanto riguarda la sempre maggiore privatizzazione dello Stato: meno tasse e al tempo stesso meno servizi. Gli ultimi dati Istat relativi alla disuguaglianza e i decreti attuativi sulla riforma fiscale indicano infatti un’unica tendenza. Un’unica direzione che non nasce con questo...