Tra le misure previste nell’ennesimo provvedimento-sicurezza del Governo, quella che prevede l’inasprimento della norma sulla revoca selettiva della cittadinanza riapre una ferita che sanguina nel nostro ordinamento costituzionale dal 2018. Il colpo iniziale era stato inferto dal primo Governo Conte – con Matteo Salvini spadroneggiante dal Viminale – tramite l’introduzione nella legge sulla cittadinanza di un’inaudita discriminazione interna alla categoria dei cittadini, consistente nella possibilità, in caso di condanna definitiva per reati di matrice terroristica, di revocare la cittadinanza a coloro che l’hanno acquisita nel corso della loro esistenza e non anche a coloro che cittadini lo sono per nascita...