Ruslan Kotsaba ha 49 anni e ne rischia 15 di galera. È un giornalista ucraino, pacifista e obiettore di coscienza, accusato da Kiev di «alto tradimento» per alcune sue dichiarazioni contrarie alla leva militare durante la «guerra civile fratricida del Donbass».

La posizione di Ruslan è sostenuta da un appello per la difesa dei diritti dei pacifisti e degli obiettori di coscienza stilato da International Fellowship of Reconciliation (Ifor), War Resisters’ International (Wri), Ufficio Europeo per l’Obiezione di Coscienza (Ebco), Connection e.V. (Germania) e dal Movimento Nonviolento (Italia). Appello lanciato in occasione dell’ultima udienza tenutasi sul suo caso il 20 luglio 2022. Gli attivisti della ong italiana Un Ponte Per lo hanno incontrato nello stesso periodo a Kiev. Ma quello di Ruslan non è un caso isolato.

È all’insegna di un’attenzione specifica a questo aspetto della guerra in Ucraina, atroce quanto non raccontato – obiezione e diserzione riguardano anche russi e bielorussi –, che si muove la quarta Carovana di StopTheWarNow, rete della società civile italiana che abbiamo seguito a Leopoli e due volte a Odessa e Mykolaiv con le prime tre missioni umanitarie organizzate da un pianeta variegato: cattolici, laici, pacifisti, non violenti, donne e uomini contro la guerra.

STAVOLTA l’aspetto politico è forse più marcato. Un tassello che si aggiunge all’assistenza umanitaria, al trasporto di medicinali, cibo e vestiti e alla solidarietà «fisica» praticata dai carovanieri sin sulla linea del fronte.

La Carovana parte lunedì 26 settembre diretta a Kiev dopo una missione esplorativa svolta a luglio da Un Ponte Per che guiderà il quarto viaggio di StopTheWarNow verso la capitale ucraina con il sostegno del suo partner rumeno PeaceAction, Training and Research Institute of Romania.

La missione è stavolta quella di «porre le basi per accordi di partenariato tra membri italiani della campagna StopTheWarNow e organizzazioni ucraine della società civile (inclusi i sindacati) impegnate nella costruzione della pace, l’obiezione di coscienza e la resistenza nonviolenta», dice il manifesto che invita chi vuole a partecipare (ci si può iscrivere sul sito www.stopthewarnow.eu).

La Carovana appoggia la campagna di solidarietà agli obiettori di coscienza sotto inchiesta/processo da parte della Procura generale in Ucraina, come nel caso di Ruslan Kotsaba, ed è un pezzo di un’altra campagna attivata in Italia dal Movimento Nonviolento che chiede di sottoscrivere una dichiarazione di obiezione di coscienza alla guerra da inviare alle autorità italiane.

UN TASSELLO che si inserisce nell’iniziativa delle già citate Ifor, Wri, Ebco, Connection e.V. – sostenuta da circa 60 altre organizzazioni per la pace in Europa – che ha formulato una proposta di risoluzione che chiede al parlamento europeo e all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa di garantire che i militari che hanno evitato o disertato il servizio militare (disertori, obiettori o evasori della leva) ottengano asilo in Europa. Ucraini, russi e bielorussi.

La Carovana tornerà in Italia il 3 ottobre e partirà lunedì prossimo come sempre da Gorizia dove il convoglio si riunirà dopo l’arrivo di auto e pulmini da varie parti d’Italia: un viaggio attraverso l’Europa orientale di quasi 2mila km con tappa a Chernivtsi in Romania (dove si trovano molti profughi) e dove il 28 settembre ci sarà un’azione simbolica in contemporanea al processo a Ruslan che dovrebbe svolgersi online.

STOPTHEWARNOW è una rete nata quest’inverno che ha ormai raggiunto oltre 170 associazioni italiane impegnate a diverso titolo in percorsi di pace e azioni di solidarietà internazionale nonviolente, politiche e umanitarie.

La rete è nata per lanciare un messaggio di solidarietà e di opposizione al conflitto in Ucraina e per costruire insieme un’alternativa alla logica della guerra. È stata promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, Pro Civitate Christiana e dalle reti nazionali Focsiv, Aoi, Rete Italiana Pace e Disarmo, Libera contro le mafie. Ha due presenze stabili in Ucraina (Leopoli e Odessa) e ha già organizzato tre carovane con aiuti materiali nei mesi seguiti all’invasione russa del 24 febbraio.