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La quarantena per i contagiati è costituzionale, dice la Consulta

La quarantena per i contagiati è costituzionale, dice la Consulta – LaPresse

Consulta La quarantena obbligatoria per i cittadini positivi al Covid-19 e le relative sanzioni penali per chi la viola sono in linea con i principi costituzionali

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 9 aprile 2022

La quarantena obbligatoria per i cittadini positivi al Covid-19 e le relative sanzioni penali per chi la viola, così come sono state imposte tramite il decreto legge n. 33 del 16 maggio 2020 (convertito in legge n. 74 il successivo 14 luglio), sono perfettamente in linea con i principi costituzionali. Lo hanno stabilito i giudici della Consulta esaminando (relatore Augusto Barbera) le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale penale di Reggio Calabria in seguito all’arresto di un uomo positivo al virus che era fuggito dal luogo dove, per provvedimento delle autorità sanitarie, avrebbe dovuto trascorrere il periodo di quarantena «fino all’accertamento della guarigione o al ricovero in una struttura sanitaria o altra struttura allo scopo destinata».

Con l’ordinanza n. 141 del 15 aprile 2021, il Tribunale di Reggio Calabria aveva sollevato la questione in particolare sull’articolo 1 comma 6 del decreto legge 33/2020, che impone il divieto, e sull’articolo 2 comma 3 che stabilisce la relativa pena. Secondo il giudice calabrese la quarantena obbligatoria incide non sulla libertà di circolazione dei cittadini (articolo 16 della Costituzione) ma sulla libertà personale (articolo 13 della Carta), e pertanto non spetterebbe alle autorità sanitarie imporre questo tipo di provvedimenti i quali invece devono «essere adottati dall’autorità giudiziaria o, nell’impossibilità, averne la convalida», come riferisce il comunicato stampa della Corte costituzionale. Sull’atto di promovimento davanti alla Consulta, il Tribunale di Reggio infatti scrive che la quarantena obbligatoria «ha un contenuto assolutamente identico a quello della misura cautelare degli arresti domiciliari», e anzi tale regime «può essere addirittura più restrittivo» dei domiciliari.

È una delle tesi che ha affascinato tanti commentatori televisivi e di carta stampata, improvvisati o di lungo corso, e che ha sostenuto certa retorica no-vax durante i due anni di pandemia. Ebbene, la Corte costituzionale ha rigettato le questioni sollevate e spiega (lo farà meglio nella sentenza che verrà depositata tra qualche settimana) che «la quarantena obbligatoria e le relative sanzioni penali, così come regolate dalle disposizioni impugnate, incidono sulla sola libertà di circolazione. Non comportano alcuna coercizione fisica, sono disposte in via generale per motivi di sanità e si rivolgono a una indistinta pluralità di persone, accomunate dall’essere positive al virus trasmissibile ad altri per via aerea».

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