La polizia blocca 10 pullman da Napoli, ma la protesta di De Magistris funziona
Sotto Montecitorio Contro il debito ingiusto ereditato dal terremoto del 1980 e dal commissariamento dell'emergenza rifiuti
Sotto Montecitorio Contro il debito ingiusto ereditato dal terremoto del 1980 e dal commissariamento dell'emergenza rifiuti
«Non è un paese normale se si difendono le manifestazioni di organizzazioni che si ispirano al nazifascismo e, nello stesso tempo, si impedisce l’esercizio di una manifestazione democratica», spiegava ieri mattina dal palco il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Sindaco, assessori e consiglieri erano a Roma, in piazza Montecitorio, per un’iniziativa contro «il debito ingiusto» che blocca le casse del comune: 87 milioni risalenti al commissariato per il terremoto del 1980 (un credito vantato dal consorzio Cr8 che realizzò interventi a Napoli e provincia) e 67 milioni del commissariato all’emergenza rifiuti. A mezzogiorno però c’era solo il sindaco: dieci pullman provenienti da Napoli erano bloccati dalle forze dell’ordine.
«Sapevamo che la polizia ci avrebbe scortato dal casello di Roma sud alla piazza – spiega il presidente della Terza Municipalità, Ivo Poggiani -. Invece ci hanno fatto scendere per perquisire pullman, zaini e borse, verificare gli striscioni, poi sono passati alle perquisizioni corporali. Quando sembrava avessero finito ci hanno fatto scendere e ci hanno perquisito di nuovo. Per due volte. Stesso trattamento anche per la moglie del sindaco. Alla fine hanno trovato frittate di pasta, mozzarella e due bottiglie di vino». Poi ci sono state le provocazioni: «Quando abbiamo chiesto perché ci perquisissero, ci hanno risposto: “Benvenuti in Italia”. Se facevi una domanda ti dicevano: “Parla italiano”, hanno spinto un ragazzo facendolo cadere dalla scaletta del pullman». Le operazioni di disturbo sono proseguite allungando il percorso lungo il Raccordo anulare: erano attesi in piazza per le 13, sono arrivati alle 14,30. «È evidente che lo scopo era quello di farti fotografare da solo», il commento del vicesindaco, Raffaele Del Giudice, rivolto a de Magistris. Invece erano circa mille tra rappresentanti delle istituzioni, comitati di Scampia, sindacati di base, lavoratori delle partecipate, il movimento Insurgencia e membri di Potere al popolo.
La trattativa con il governo Gentiloni va avanti dall’insediamento dell’esecutivo ma da mesi non si muoveva più carta. Il sindaco aveva scritto due volte al premier quindi la decisione di prenotare la piazza fino alle 14 per protestare. L’iniziativa ha smosso le acque: riaperte le comunicazioni tra Gentiloni e de Magistris, martedì scorso si è riunito il tavolo tecnico a palazzo Chigi. «Ci avevano chiesto di rinunciare alla manifestazione – spiega il sindaco – invece è stato un bel momento di partecipazione popolare». Ieri c’era un cauto ottimismo: «Il governo ha dato disponibilità a definire la situazione. Abbiamo detto al governo che deve caricarsi la sua parte del debito Cr8», ha spiegato il capo di Gabinetto, Attilio Auricchio. Secondo palazzo San Giacomo, al comune spetterebbe circa il 15 per cento. Domani a Napoli ci sarà un nuovo incontro con l’Unità tecnica della presidenza del consiglio per definire come rateizzare il debito relativo alla crisi dei rifiuti, cominciata negli anni ’80 ed esplosa nel 2006.
«Chiediamo al governo che entro il 4 marzo ci sblocchi la cassa, ferma per i pignoramenti del Cr8 – spiega de Magistris – altrimenti ce la sblocchiamo da soli. In queste condizioni non possiamo difendere i servizi pubblici. È la quarta volta che veniamo a Roma e siamo pronti a tornare. Chiederemo a tutti i comuni se sono d’accordo con la nostra battaglia contro il debito ingiusto. La prossima battaglia sarà contro i derivati». Infine, riferendosi all’inchiesta di Fanpage che coinvolge la regione: «Il nostro è un sistema di rottura degli affari politica-mafie. Le immagini che girano sono di un altro palazzo».
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