«Davvero sappiamo vivere solo dopo la sconfitta» Adam Zagajevskij Da sei mesi non riesco a non pensare neanche per un’ora alla guerra che l’esercito russo ha iniziato la mattina del 24 febbraio su ordine del governo russo. Non ci sono scuse per questa guerra, che non è solo un’onta indelebile per tutti i cittadini russi, compresi quelli che vi si oppongono, ma lo è anche per le persone che come me, se pur vivono all’estero da decenni, continuano a parlare e scrivere nella loro madrelingua. Se la patria è madre, allora mia madre è una serial killer. O forse è...