Editoriale

La guerra bizantina

È in corso la guerra bizantina. È aspro e vero lo scontro tra Turchia e Paesi Ue, ma il conflitto sembra mimetizzare le vere intenzioni dei protagonisti. Ci sono le […]

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 14 marzo 2017

È in corso la guerra bizantina. È aspro e vero lo scontro tra Turchia e Paesi Ue, ma il conflitto sembra mimetizzare le vere intenzioni dei protagonisti. Ci sono le elezioni in Germania e la destra nazionalista che cerca di insidiare Angela Merkel, in realtà alle prese con la scesa in campo del socialdemocratico Schulz, è comunque anti-islamica. Come non tenerne conto? Domani si vota in Olanda e l’estrema destra di Wilders cavalca la xenofobia promettendo di «bandire il Corano».

La Francia è in campagna elettorale e il Front national rinfocola l’odio anche dopo la tragica stagione di attentati, con un programma nazionalista in primo luogo anti-islamico.

Così si avverte che dietro le proibizioni ai comizi del governo di Ankara impegnato a chiedere voti ai propri emigrati per la repubblica presidenziale voluta da Erdogan, c’è un calcolo elettorale interno ai rispettivi Paesi Ue – come in Italia da parte di Minniti e Renzi verso Salvini – piuttosto che il duro giudizio sulla ferita inferta dalla scelta del referendum presidenzialista al processo democratico turco. Del resto già compromesso dopo la guerra interna ai kurdi, il fallito golpe e la repressione che ne è seguita. Su questo invece le cancellerie europee hanno fatto finta di non vedere, sacrificando tutto alla necessità di consegnare alla Turchia milioni di profughi in fuga dalle nostre guerre mediorientali.

Quanto a Erdogan, non è certo l’alfiere della libertà elettorale, né il portavoce dei lavoratori turchi che in terra di «Almagna» e in Austria sono stati spesso soggetti a campagne razziste. Piuttosto è sempre più l’autoritario Sultano nazional-panislamista che ha trattato sottobanco, in quanto baluardo sud della Nato, le operazioni di guerra più sporche, accettando ora di «ricevere» e «concentrare» i profughi che noi respingiamo.

E subito ricattando, come ha fatto ieri il governo turco con una «bomba» nel campo Ue e Nato (che teme l’addio del prezioso alleato»: Ankara di fronte al veto dei comizi, è pronta a bloccare l’accordo sui migranti, vieta il rientro dell’ambasciatore olandese e chiude lo spazio aereo ai diplomatici dei Paesi Bassi. Non c’è che dire, una vera congrega di destra di tante teste di turco.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento