La giunta Todde a trazione 5S Sinistra Pd al palo
Sardegna Il Campo largo è ufficialmente al governo della Sardegna. I venti di burrasca che scuotono l’alleanza a livello nazionale non arrivano alle coste dell’isola. Ieri si è insediato il nuovo […]
Sardegna Il Campo largo è ufficialmente al governo della Sardegna. I venti di burrasca che scuotono l’alleanza a livello nazionale non arrivano alle coste dell’isola. Ieri si è insediato il nuovo […]
Il Campo largo è ufficialmente al governo della Sardegna. I venti di burrasca che scuotono l’alleanza a livello nazionale non arrivano alle coste dell’isola. Ieri si è insediato il nuovo consiglio regionale e la presidente Alessandra Todde ha reso noti i 12 assessori della sua squadra. Dai nomi e dalla collocazione politica dei prescelti è possibile capire quali saranno gli scogli che la nuova giunta dovrà evitare. Todde ha blindato due assessorati chiave: l’Urbanistica e i Trasporti. Specialmente l’Urbanistica. Sapendo bene che sulle coste si appuntano da sempre interessi economici non sempre trasparenti, Todde ha scelto come presidio un architetto, Francesco Spanedda, docente nella facoltà di Architettura dell’università di Sassari.
Ai Trasporti Barbara Manca, assessora alla Mobilità del Comune di Quartu. Oltre le due poltrone spettanti per accordi interni al campo largo al capo dell’esecutivo, i Cinque Stelle fanno propri due assessorati, anche questi pesanti: quello al Lavoro, assegnato a un quadro storico del movimento, Desiré Manca, e quello alla Sanità, di cui sarà titolare, su indicazione di Conte in persona, l’oncologo romano Armando Bartolazzi, sottosegretario alla Salute nel primo governo presieduto dal leader pentastellato. I Cinque Stelle, dunque, controllano, insieme alla presidenza, quattro assessorati decisivi.
Il Pd, invece, ne ha tre: Bilancio (a Giuseppe Meloni, presidente del Pd sardo), Industria (a Emanuele Cani) e Ambiente (a Rosanna Laconi). Primo partito alle elezioni regionali di febbraio, il Pd aveva chiesto quattro assessori, ma ha dovuto cedere. In compenso ha avuto sia la vicepresidenza della giunta (un altro incarico per Giuseppe Meloni) sia la presidenza del consiglio regionale, andata a Piero Comandini, segretario regionale. Il Pd sardo è diviso in quattro correnti: i Riformisti di Antonello Cabras, gli ex Margherita di Paolo Fadda, Sardegna futura che fa capo a Comandini e la sinistra guidata dalla vicesegretaria regionale Maria Francesca Fantato. Per capire come si metteranno le cose per Todde nei prossimi mesi, va specificato che tutti e tre gli assessorati Pd, con in più la vicepresidenza della giunta, sono andati all’area Cabras-Fadda, che a suo tempo, nella contesa tra Schlein e Bonaccini, ha sostenuto il governatore emiliano.
Alle elezioni regionali l’area Cabras-Fadda ha eletto sei consiglieri sugli undici presi in totale dai dem. È la forza egemone all’interno del Pd sardo. Comandini, alla fine, ha ottenuto soltanto la presidenza del consiglio e la sinistra di Fantato è stata del tutto esclusa dalla divisione delle cariche. Alle tre forze a sinistra del Pd sono andati un assessorato a testa: Lavori pubblici per Avs, Agricoltura per i Progressisti di Massimo Zedda e Istruzione per Sinistra futura. L’assessorato al Turismo è stato assegnato ai centristi di Orizzonte Comune, quello agli Affari generali alla lista civica Uniti per Todde.
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