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La furia di «Boris» si abbatte sulla Polonia: sette vittime

La furia di «Boris» si abbatte sulla Polonia: sette vittime

Si teme per la tenuta di argini e dighe. Il premier Tusk chiede l’assistenza della Ue

Pubblicato 8 giorni faEdizione del 19 settembre 2024

Sette morti e migliaia di sfollati in Polonia. E’ questo il bilancio parziale della tempesta “Boris” che sta facendo sfracelli in tutta l’Europa centrale (23 le vittime). Tra i voivodati più colpiti quello della Bassa Slesia e di Opole, entrambi situati nel sud-ovest del Paese, dove sono stati dispiegati 5.000 militari per aiutare la popolazione. Le pesanti inondazioni degli ultimi giorni non possono non richiamare alla memoria la cosiddetta «alluvione del millennio» del 1997 che allora devastò anche Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia facendo in tutto 114 vittime. Come allora le inondazioni sono state causate da precipitazioni molto intense dovute alla depressione ligure che si è spinta sempre più verso il Centro dell’Europa nei giorni scorsi.

ALMENO QUESTA VOLTA  le grandi città della zona bagnate dal fiume Oder, quali Opole e Breslavia, sembrano destinate a scampare alle onde di piena. Da queste parti il livello dell’acqua è salito molto rispetto a quello del «millenium flood» ma tutto dipenderà dalla tenuta di argini e dighe. Lontano dai grandi centri urbani la situazione è in molti casi catastrofica. Il comune di Lewin Brzeski ad esempio, in cui vivono meno di 6.000 anime, è stato inghiottito quasi per intero dalle acque fluviali.

Nella città di Nysa, invece, cittadini, volontari e forze dell’ordine sono riusciti ad evitare il peggio lavorando giorno e notte a rinforzare gli argini della Nysa Kłodzka, con sacchi di sabbia. Una strategia impiegata nel 1997 anche dagli “angeli del fango” che riuscirono a mettere in salvo buona parte dei monumenti storici eretti sulle isole che sorgono lungo il corso del fiume Oder. La Nysa Kłodzka che confluisce poi nell’Oder attraversa anche il centro storico di Kłodzko situata una cinquantina di chilometri ad ovest di Nysa. Lì Boris domenica scorsa ha divelto il manto stradale, sradicato alberi e ridotto in frantumi i vetri di negozi e case come si vede in alcune immagini aeree che hanno fatto il giro dell’Europa. In queste zone l’acqua non è più potabile da diversi giorni. Secondo una testimonianza raccolta dal portale di informazione «Onet.pl» le autorità locali avrebbero dato l’ordine di evacuare le abitazioni soltanto quando l’acqua aveva ormai già allagato gli edifici. E forse anche per episodi come questo che il premier polacco e leader dei liberali di Piattoforma civica (Po), Donald Tusk, ha sbattuto i pugni sul tavolo a Breslavia in una delle tante riunioni di crisi a cui ha partecipato negli ultimi giorni. «Ho subìto il rimprovero di tutti perché le persone sono amareggiate», ha tuonato l’ex presidente del Consiglio europeo dopo aver incontrato martedì gli alluvionati di Kłodzko. «E inconcepibile che siano una madre con un figlio insieme ad un settantenne a scavare tra le rovine della propria casa e a spalare il fango», ha aggiunto.

PIÙ IN GENERALE Tusk ha invitato funzionari e amministratori locali a essere più presenti sul territorio e tra le persone colpite dall’alluvione. Di tutt’altro avviso il numero uno della desta populista di Diritto e giustizia (Pis) e arcirivale politico di Tusk, Jarosław Kaczyński, che continua a chiedere un «maggiore coinvolgimento dello Stato nelle operazioni di soccorso». L’ex ministro della difesa nazionale Mariusz Błaszczak ha invece dichiarato: «Il nostro obiettivo è quello di spingere il governo ad avere a cuore la sicurezza del Paese e a utilizzare gli strumenti creati dal Pis». Difficile dire che cosa abbia fatto in più degli altri per prevenire le alluvioni il partito fondato dai fratelli Kaczyński quando era al governo.
L’ESECUTIVO ha fatto sapere che nelle casse dello Stato ci sono a disposizione 2 miliardi di zloty (circa 520 milioni di euro, ndr) per affrontare la tragedia. Una somma che con ogni certezza è destinata a non bastare.

Ecco perché oggi Tusk chiederà alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in visita a Varsavia, l’assistenza finanziaria dell’Ue per la ricostruzione di infrastrutture e abitazioni nelle zone alluvionate, soldi che andrebbero a beneficiare anche gli altri paesi Ue colpiti dalle inondazioni. Per un’eventuale attivazione del servizio di Protezione civile dell’Ue, molto dipenderà dall’evolversi della situazione nei prossimi giorni e dall’impatto delle onde di piena nei corsi d’acqua gonfiati a dismisura da Boris.

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