Una nutrita folla ha accolto ieri l’ingresso nella baia dell’Avana della piccola flotta russa composta dalla fregata Ammiraglio Gorshkov, dal sottomarino a propulsione nucleare Kazan, dalla nave appoggio Pashin e dal rimorchiatore d’alto mare Ciker. Quest’ultimo ha ormeggiato nel molo di fronte alla famosa piazza San Francisco nell’Habana Vieja, con la prua che quasi tocca l’Avenida del Puerto.

All’ingresso del porto la fregata russa ha sparato una salva di 21 colpi alla quale ha risposto una salva cubana dal forte del Morro (costruito a protezione della baia dall’architetto italiano Battista Antonelli a cavallo tra XVI e XVII secolo). Ma i cellulari della piccola folla erano in gran parte puntati sul sottomarino Ciker, affiancato da un rimorchiatore cubano e con alcuni marinai russi schierati vicino al grande muso rotondo. Molta polizia teneva a bada i curiosi, schierati fin dalle prime ore della mattina.

Altrettanto curiosi, però a distanza regolamentata dalle leggi internazionali, erano gli incrociatori statunitensi Traxtan e Donald Cook, l’aereo antisottomarini Poseidon P-8 della Marina Usa che, assieme alla fregata Ville de Quebec canadese, hanno monitorato l’arrivo della flotta russa. E che aspetteranno al largo fino a quando le navi di Putin si allontaneranno dall’isola, e dalla Florida che sta a poco meno di 150 chilometri.

Le autorità russe hanno messo in chiaro che la loro flotta non porta armamenti nucleari e che la visita a Cuba avviene nell’ambito delle relazioni di amicizia tra i due paesi. Anche da parte del Pentagono non si drammatizza: il coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha confermato che non ha dati sulla presenza di armi nucleari. Ma i sospetti sono di rigore. Come pure la necessità di mostrare i muscoli in una fase assai delicata della guerra in Ucraina, quando il presidente Biden ha autorizzato l’uso contro il territorio russo di armamenti made in Usa dati alle forze armate ucraine e il presidente Putin ha minacciato in risposta di fornire armamenti russi a paesi alleati.

In questo quadro suscita molte speculazioni l’arrivo alla baia dell’Avana della nave Margaret Brooke, della Marina reale del Canada, paese che fa parte della Nato. L’arrivo è previsto per venerdì, quando la flotta russa sarà ancora all’Avana. Dunque navi da guerra russe e della Nato si affiancheranno per più di un giorno nella grande baia della capitale cubana.
Si tratta di messaggi di propaganda, che però contribuiscono a rendere ancora più difficili le relazioni bilaterali tra l’Avana e Washington, alla vigilia delle elezioni presidenziali nordamericane.

Da parte dell’opposizione anticastrista non vi sono dubbi. L’arrivo della flotta russa significa che Mosca mette i piedi nel patio trasero, il cortile di casa degli Usa. E che in questo delicato momento il governo cubano continua un avvicinamento a Mosca che non ha precedenti negli ultimi trent’anni.

Lo ha confermato ieri il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov in un conferenza congiunta con il suo omologo cubano Bruno Rodríguez a Nizni Novgorod, nel corso di una riunione ministeriale dei paesi Brics. «Abbiamo intrapreso la strada del rafforzamento del nostro dialogo politico e lavoriamo per dare impulso all’economia di Cuba», ha affermato Lavrov. Da parte sua Rodríguez ha espresso l’interesse di Cuba a entrare nel gruppo multilaterale dei Brics iniziato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica ma in fase di allargamento.