La diplomazia parallela della pace
Nel 1940 gli olandesi aprirono dighe nell’estremo tentativo di frenare l’avanzata nazista. Nel 2023 i russi hanno fatto esplodere quella sul Dnepr per frenare il contrattacco ucraino, provocando la devastazione di un territorio che Mosca vuole conquistare a costo di distruggerlo. Il masochismo dei regimi autocratici non ha limiti.
Chi ha incontrato Putin negli ultimi anni è rimasto colpito dalla sua paranoia sull’Ucraina (uno per tutti William Burns, attuale direttore della Cia: «l’ho visto nutrirsi sempre più di un’esplosiva miscela di rancore, ambizione e insicurezza»). Ma lo stesso Burns riconosce che ad alimentare quella paranoia ha di molto contribuito l’espandersi della Nato fino a pungere il «ventre molle» della Russia. L’Ucraina nella Nato – avvertiva Putin in un articolo nel luglio 2021 – «sarebbe come un’arma di distruzione di massa usata contro di noi».
Le diplomazie ufficiali hanno avuto quindici anni di tempo per capire le ragioni e le frustrazioni del Cremlino, in modo da farle convergere con le ragioni della pace. Le diplomazie ufficiali hanno fallito. Ora, prima che la spirale bellica diventi incontrollabile, si sta muovendo la diplomazia people to people. Un tentativo disperato quanto lodevole. In questo fine settimana si riunisce a Vienna una rete di movimenti internazionali intenti a risvegliare nell’opinione pubblica – e nelle popolazioni vittime del conflitto – l’urgenza di un cessate il fuoco che ponga fine alla mattanza e spiani la via a una conferenza di pace. Ecco una delle domande che si sente porre a Vienna: «Vale di più un essere umano o un pezzo di terra?». Per gran parte degli europei, vaccinati dalla mattanza di due Grandi Guerre, la risposta è implicita. Ma non lo è per chi vuole l’Ucraina vincitrice senza compromessi, a costo di sacrificare la meglio gioventù del Paese. È singolare che chi proclama di amare l’Ucraina consideri accettabile un tale sacrificio.
Bando alle illusioni. Finché la Nato, al prossimo Vertice di Vilnius, pretenderà di inserire l’Ucraina nell’Alleanza, la maggioranza dei russi sosterrà la guerra in corso, e finché la maggioranza dei russi sosterrà la guerra in corso, la pace non sarà possibile. La Russia, tuttavia, fa parte dell’Europa ed è imprescindibile tendere una mano alla sua gente, in particolare ai giovani – oggi silenziati. Le tecniche moderne offrono tanti modi di scambiarsi messaggi tra i giovani: aprite gli occhi, alleatevi con i vostri coetanei europei contrari alla voragine di spese per armamenti. Ricordatevi della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica: nata nel dopoguerra, vanta al suo attivo 19 Festival della Gioventù, l’ultimo a Soci nel 2017 con migliaia di giovani venuti da mezzo mondo. L’Austria, nazione neutrale ed accogliente, potrebbe ospitare il prossimo.
Non sembri un’idea velleitaria. Ma voi resterete uniti dal senso di un comune destino: salvare la vostra generazione dai disastri della guerra e
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