Siamo alle ultime ore di una campagna elettorale sui generis, di cui nella memoria non troviamo l’eguale. Segnata da uno scioglimento improvviso e in larga parte inatteso delle camere, ristretta nel tempo breve tra la fine delle vacanze estive e il voto, oppressa dalle speranze perdute di ritrovare una normalità dopo la pandemia e da una consapevolezza crescente della crisi ancora maggiore che viene dagli eventi in Ucraina, persino afasica davanti a timori di guerra che mai avremmo pensato di rivivere in Europa. Ma, piaccia o non piaccia, dobbiamo sapere che il 25 settembre è un tornante nella storia del...