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La destra fugge, vigilanza deserta, lo stallo prosegue

La destra fugge, vigilanza deserta, lo stallo prosegueIl cavallo Rai a Viale Mazzini – LaPresse

La presidenza Rai ancora a vuoto La mossa aventiniana ieri è toccata alla maggioranza: gli esponenti della destra non si sono presentati alla plenaria della commissione di vigilanza Rai convocata di buon mattino, alle 8, dalla […]

Pubblicato circa un mese faEdizione del 10 ottobre 2024

La mossa aventiniana ieri è toccata alla maggioranza: gli esponenti della destra non si sono presentati alla plenaria della commissione di vigilanza Rai convocata di buon mattino, alle 8, dalla presidente Barbara Floridia per calendarizzare il voto sulla presidenza di viale Mazzini. A quel punto gli esponenti delle opposizioni hanno accusato gli assenti di irresponsabilità istituzionale. «Non avendo i numeri, la maggioranza vorrebbe adesso aprire il mercato dei voti: diciamo no a Rai Suq è la sintesi del capogruppo Pd in commissione Stefano Graziano. E poi aggiunge un’ulteriore elemento topografico alla situazione politica: «In questo modo la maggioranza è passata dall’Aventino a metodi degni di Colle Oppio: mai prima d’ora si era assistito a una simile mancanza di responsabilità».

Dal canto suo, Floridia assicura di essere determinata ad arrivare a una votazione, come prescrive la legge. Prima pensa di convocare un ufficio di presidenza per la serata. Poi sceglie di indire una nuova plenaria per venerdì prossimo per esprimere parere vincolante sulla nomina del presidente del Cda. A quel punto, dalla destra fanno sapere di essere intenzionati a proseguire il braccio di ferro.

Per i 5 Stelle Dario Carotenuto ci tiene a spiegare le differenze tra maggioranza e opposizione: «Non si può confondere una legittima azione politica dell’opposizione, che assolve al proprio ruolo decidendo di non prendere parte a una votazione per ottenere un risultato politico con l’azione di sabotaggio della maggioranza che, facendo mancare il numero legale, impedisce alla Commissione di procedere con i lavori programmati – sottolinea Carotenuto – Il rispetto delle istituzioni e delle leggi non può essere subalterno a interessi di parte. I colleghi di maggioranza possono comunque stare tranquilli che, lo vogliano o no, al voto sul presidente non si può sfuggire e quindi si terrà entro venerdì, nel pieno rispetto della legge» .

Se lo stallo prosegue, da regolamento, la presidenza andrà ad Antonio Marano in quanto consigliere anziano: significa che la Lega avrà una poltrona quasi inaspettata, fino a quando non si troverà la quadra. Ma sarebbe una presidenza pro-tempore e debole, non legittimata fino in fondo. Il che impone di pensare a una via d’uscita, difficile da intravedere al momento. L’evocazione del «presidente di garanzia» prevede che qualcuno degli attuali consiglieri di amministrazione debba dimettersi per lasciare spazio al futuro prescelto. Difficile che lo facciano quelli eletti dal parlamento. Lo farebbe proprio Agnes, una volta registrata la situazione bloccata? Da Forza Italia dicono che la possibilità non è minimamente contemplata. «Continuano a dire che prima o poi la Agnes abbandonerà l’incarico per lasciare spazio a un diverso candidato in grado di essere presidente di garanzia: non si illudano, Simona Agnes sarà nel consiglio della Rai fino all’ultimo giorno del mandato» dice Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato e membro della commissione vigilanza.

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