Bernardo Bertolucci è stato presente in ogni stagione della mia vita. Ragazzino ancora minorenne, mi intrufolai nel cinema che dava Ultimo tango a Parigi pochi giorni prima che venisse bandito e bruciato. Ci andai da solo (allora non lo facevo mai) perché presentivo quel che sarebbe accaduto. Del resto la morte di Pasolini aveva traumatizzato la mia generazione, ancora ricordo dei compagni di scuola che sghignazzavano «se l’è voluta», «era ora» mentre io sgomento scoprivo l’inestirpabile anima nera, violenta e repressiva del paese che così tanto amavo, l’Italia. Bertolucci era l’Italia che amavo. Libero, internazionale, d’avanguardia, in viaggio tra comunismo, psicoanalisi,...