Aria di tempesta al Teatro di Roma, uno dei sette nazionali, fregio «culturale» residuo della giunta Raggi, dopo la brutta storia del cinema estivo a Trastevere, scippato dall’assessore vicesindaco Bergamo. Mentre si addensano le voci di una conferma della direzione attuale per qualche astruso calcolo di vertice, scendono in campo i lavoratori dell’Argentina (per una volta uniti Cgil e Cisl) a denunciare la pratica impossibilità di continuare a lavorare. Non solo disordine organizzativo, discutibile divisione dei ruoli, contraddizioni della direzione, mancanza di una linea culturale quale che sia, addirittura intimidazioni ai limiti dell’aggressione, e perfino fuga di unità operative fondamentali...