La coalizione contro le destre è un gioco al ribasso
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La coalizione contro le destre è un gioco al ribasso

Elezioni Il rischio di un ulteriore attacco frontale alla Costituzione, dopo lo svuotamento del progetto costituzionale e la sua sostituzione con politiche all’insegna della razionalità neoliberale esiste
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 2 agosto 2022

Del pericolo che la destra ottenga, con un sistema elettorale, il Rosatellum, un vulnus alla rappresentanza e alla sovranità popolare, i numeri per una revisione che annienti la Costituzione, hanno scritto in modo chiaro su queste pagine, Floridia, Azzariti, Migone, Gianni. Un no antifascista è il primo a insorgere se si pensa ad un governo Meloni, all’idea che la democrazia parlamentare nata dalla Resistenza sia occupata dalle destre, da partiti razzisti. Il rischio di un ulteriore attacco frontale alla Costituzione, dopo lo svuotamento del progetto costituzionale e la sua sostituzione con politiche all’insegna della razionalità neoliberale esiste.

Che fare? La proposta di assumere come programma l’attuazione della Costituzione, per i principi che essa veicola, potrebbe non solo difendere la carta costituzionale, ma determinare una radicale inversione di rotta: centralità della persona, solidarietà, redistribuzione, controllo e programmazione dell’economia a fini sociali (e ambientali), lavoro come strumento di dignità, partecipazione effettiva, diritti sociali, progressività nella tassazione, diritto di asilo a chiunque sia impedito l’esercizio delle libertà democratiche, ripudio della guerra, perseguimento della pace e disarmo.

Sono i principi, i diritti, la visione del mondo, che sono vissuti nelle lotte del Collettivo di fabbrica della Gkn, nei movimenti territoriali che si oppongono alle grandi opere, nelle proteste degli studenti, nelle azioni non violente di Extinction Rebellion, nella solidarietà di chi aiuta i migranti, nelle reti che collegano associazioni e luoghi di pensiero critico (dalla Società della cura alla Rete dei numeri pari, per limitarsi a due esempi). Da qui occorre ripartire, da una forza politica radicata nei territori, nei conflitti, nella costruzione di alternative, e che senza infingimenti si proponga di traghettare una visione del mondo dalla parte dell’eguaglianza, dell’emancipazione, della giustizia sociale e ambientale nelle istituzioni.

Una utopia, per quanto concreta, che, dato il sistema elettorale e la mancanza di forze ampie che la sostengano, nell’immediato presente può consegnare il paese, e la Costituzione, alle destre? La neutralizzazione della Costituzione è perseguita da anni, con toni differenti, ma senza soluzione di continuità, dalle maggioranze di centrodestra e di centrosinistra, sino al governo di “unità nazionale” dell’agenda Draghi. Un governo di destra fa paura, ma fa paura anche questo scivolamento progressivo e avvitamento in se stesso del sistema in una spirale dantesca in cui, mentre letteralmente il caldo infernale ci avvolge, la guerra si normalizza, le diseguaglianze crescono, la democrazia si riduce a strumento dell’egemonia neoliberista.

Un fronte unico per l’attuazione effettiva della Costituzione, contro la guerra, alternativo al dominio della competitività in nome del profitto, non si vede; un mero apparentamento elettorale per far fronte alle costrizioni del Rosatellum (che abbiamo non per punizione divina ma per ignavia politica) rischia di fornire la sponda ad un altro passo nella rivoluzione passiva, di partecipare ad un gioco al ribasso che nel voler tutelare un livello essenziale di democrazia ne mantiene unicamente la parvenza, di occultare la necessità di alternative radicali. Occorre un po’ di speranza ribelle, il coraggio di dire no alla china mistificatoria del male minore, immaginare un futuro radicalmente diverso e iniziare a costruirlo, con chi, e da chi, lo sta praticando, nei conflitti sociali e ambientali, nella solidarietà, nella ricerca della pace.

La Costituzione si difende con chi la vive e attua, il nesso fra democrazia politica, economica e sociale richiede di preservare la democrazia parlamentare e insieme perseguire il progetto di emancipazione dell’art. 3, comma 2, ad evitare che la democrazia si riduca a maschera del potere; la sinistra si costruisce con un progetto chiaro di giustizia sociale e ambientale, con una fantasia della realtà che la dialettica della storia restituisce alla sfera del possibile. Un governo di destra fa paura, ma ancor di più è da temere la fine della speranza che possa esserci una via radicalmente alternativa allo stato delle cose presente.

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