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La catastrofe ecologica durata trenta anni ha esposto la popolazione a danni incalcolabili

La catastrofe ecologica durata trenta anni ha esposto la popolazione a danni incalcolabili

Fossili Nell’ambiente sono finite sostanze cancerogene che hanno contaminato l’acqua potabile

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 28 settembre 2023

La tragica eredità dell’estrazione petrolifera nella foresta amazzonica gli ecuadoriani la conoscono molto bene. Poco più a nord del Parco nazionale di Yasuní ci sono gli impianti petroliferi un tempo della Texaco, poi acquisiti nel 2001 dalla multinazionale statunitense Chevron.

È AMPIAMENTE documentata la catastrofe ecologica nella provincia di Sucumbíos. Tra il 1964 e il 1992 Texaco utilizzò principalmente due pratiche, considerate sotto gli standard mondiali: lo scarico delle acque reflue nella foresta e la costruzione di centinaia di fosse contenenti i residui delle attività di perforazione e pulizia dei pozzi. Oltre 18 miliardi di litri di acque reflue sono stati svuotati nella foresta amazzonica nelle vicinanze dei 339 pozzi petroliferi attivi.

LA MANCATA REINIEZIONE degli scarichi ha esposto la popolazione a danni sanitari incalcolabili. Nell’ambiente sono finite sostanze cancerogene, come il benzene, il toluene, lo xilene, il cadmio, il mercurio, gli idrocarburi aromatici policiclici e altri metalli pesanti. Il numero delle fosse a cielo aperto di contaminanti non è mai stato reso noto dalla società.

NEL 2011, DURANTE un’ispezione, ne vennero individuate 627. Si ritiene che ne esistano alcune migliaia. Molte di queste fosse a cielo aperto sono state tombate senza alcun tipo di bonifica.

SONO STATI BRUCIATI miliardi di metri cubi di greggio, creando una «pioggia nera» tossica che ha disperso nell’aria e sul suolo diossine. Le testimonianze della popolazione che vive vicino agli impianti sono raccolte nel libro Crude Reflections, pubblicato da Lou Dematteis e Kayana Szymczak. Modesta Briones si è vista amputare una gamba a causa di un cancro. Il bestiame nel frattempo è morto.

DOLORES MORALES ha perso suo figlio Pedro di 19 anni per tre tumori. È deceduto in 10 mesi. Un altro dei suoi figli, José, 15 anni, sta combattendo contro la leucemia. Le sostanze cancerogene continuano a contaminare le matrici ambientali.

SECONDO GLI SCIENZIATI l’acqua usata per bere, lavarsi e cucinare contiene un livello di tossine 150 volte superiore agli standard di sicurezza. Nel 2011 è arrivata la sentenza del tribunale di Sucumbíos. Il processo noto come Lago Aspro si è concluso con la condanna delle multinazionali Texaco/Chevron al pagamento di oltre 9 miliardi di dollari per il disastro ambientale. Ma la decisione non è mai stata eseguita.

«HANNO CONTAMINATO fiumi e torrenti che le popolazioni indigene e le comunità locali utilizzano per bere, fare il bagno e pescare, creando una crisi sanitaria nella regione che continua ancora oggi – denuncia l’organizzazione non governativa Amazon Watch – Chevron ha rimosso tutti i suoi beni dalla regione e si è rifiutata di rispettare la sentenza, negando alle comunità la bonifica, l’acqua pulita e l’assistenza sanitaria di cui hanno disperatamente bisogno e a cui hanno diritto».

PER OTTENERE GIUSTIZIA le comunità locali hanno intentato ricorsi nei paesi in cui Chevron è ancora attiva. Nel 2021 l’avvocato dell’accusa Steven Donziger ha rivelato alla rivista Esquire di aver pagato a caro prezzo la sua battaglia legale contro il colosso petrolifero: «Sono stato preso di mira dal contrattacco aziendale forse più feroce della storia americana – ha detto – Ha coinvolto studi legali, duemila avvocati, probabilmente oltre un miliardo di dollari di compensi professionali. Con il chiaro obiettivo di Chevron di demonizzarmi, invece che pagare quanto dovuto ai popoli dell’Amazzonia».

È STATO LUI NEL 1993, insieme all’organizzazione Frente de defensa de la Amazonia, a denunciare Chevron negli Stati Uniti per conto di 30 mila persone. Il caso poi è stato trasferito in Ecuador e si è concluso con la condanna della società, che ha lasciato il Paese senza versare quanto dovuto.

«L’EREDITÀ TOSSICA della Chevron in Ecuador – sottolinea Amazon Watch, intervistata da l’Extraterrestre – è un esempio lampante del perché le trivellazioni petrolifere non dovrebbero avvenire in questi luoghi. I decenni di trivellazioni e discariche della Chevron sono stati uno dei fattori che hanno spinto gli ecuadoriani a prendere la storica decisione di mantenere permanentemente sottoterra i più grandi giacimenti di petrolio di Yasuní».

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