«Centomila volontari ci convinceranno a votare Pd. Bello, ma chi convince i centomila?». È la vignetta di Staino su La Stampa di ieri. Qualcuno ha risposto: «Silvia Roggiani». La Segretaria metropolitana del Pd – 38 anni, tessera dem dal 2007 – è stata scelta da Enrico Letta per coordinare i centomila volontari che lavoreranno alla campagna elettorale per le prossime politiche. Roggiani aveva già svolto questo compito per la campagna di Beppe Sala, alle ultime amministrative, sfruttando la sua capacità naturale: «Fare rete» tra le persone.

Segretaria, come convincerà questi volontari a dare una mano da qui al 25 settembre?

Non sarò io a convincerli ma la proposta del Partito democratico, il fatto di essere una grande comunità diffusa sul territorio. Ci sono molte persone che possono raccontare direttamente cosa significa impegnarsi in prima persona nel Pd e portare il cambiamento ai vari livelli istituzionali. Sono convinta che sarà la nostra agenda tematica a portare le persone a volersi impegnare per cambiare l’Italia.

Il Pd crede molto nei volontari…

Sono il racconto di un Pd aperto, proiettato verso il futuro. Sono lo strumento di vicinanza alle persone. Dicono molto di chi siamo e cosa facciamo lì dove i volti noti non arrivano.

Ci sono già tutti e 100 mila?

Una buona parte, quelli già attivi sul territorio. Gli altri arriveranno. La ricognizione è ancora in corso, visto che il governo è caduto solo da pochi giorni. Quanto alla distribuzione sul territorio, ci sarà da potenziare qualche area e l’impegno che ci siamo dati è di coinvolgere le persone utilizzando modalità diverse a seconda del luogo in cui ci troviamo. Quello che posso dire con certezza è che ovunque, in Italia, incontriamo gente che ha voglia di fare e mettersi a disposizione.

Letta, nella Direzione nazionale di ieri, ha detto: «Non andremo a rompere le scatole sotto l’ombrellone». Cosa farete e soprattutto, come?

Il segretario ha ricordato che molti italiani non sono andati in vacanza a causa delle contingenze del momento. Ecco: con i nostri volontari vogliamo raggiungere la gente dove non è andata in vacanza: nelle città, nei comuni. Dove vive. Lo faremo per tutto il mese di agosto. Partiremo dalle Feste dell’Unità, circa 400 già in corso. Parleremo della proposta del Pd, dei temi che – a causa della caduta del governo Draghi – sono rimasti in sospeso: l’agenda sociale, il taglio del cuneo fiscale. Vogliamo metterci in ascolto dei bisogni delle persone che hanno dovuto rinunciare alle ferie. Poi, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre la mobilitazione diventerà più attiva: volantinaggio, telefonate, porta a porta.

Tre elettori over 55 per ogni elettore under 35, dicono i sondaggi: come si fa a portare al voto i giovani. E a votare Pd?

Con la proposta politica voluta da Letta e rivolta a loro – penso alla di legge «Lo stage non è lavoro» portata in Parlamento, alla proposta di tassazione agevolata per gli universitari – il Pd è il partito più votato dai giovani. Certo, c’è ancora molto lavoro ed è quello che faremo – non solo in vista del 25 settembre – raccontando le idee scritte con i giovani, per i giovani. Anche in questo caso, saremo noi ad andare da loro e non il contrario.

Per esempio?

Penso all’ottimo lavoro di Damiano Tommasi a Verona, che ha parlato ai giovani nei parchi, nei luoghi di studio. Ecco, qualcosa del genere. Un dialogo costante che si traduca in progetti concreti.

Da Verona a Milano: lei ha già coordinato i volontari per la campagna di Sala. Cosa le ha insegnato quell’esperienza e in cosa differisce da quella che sta per iniziare?

Numeri a parte, credo che l’elezione di un sindaco porti con sé inevitabilmente un senso di vicinanza, di prossimità. Lo abbiamo visto in piazza a Milano la scorsa estate, in pieno agosto. Qui, la sfida è portare quella prossimità tra le persone: la campagna per le politiche, per l’elezione del Parlamento, non deve essere più vissuta come distante, ma come punto di riferimento per il cambiamento del Paese.

Da Segretaria metropolitana di Milano, cosa pensa che accadrà alle prossime regionali in Lombardia alla luce delle frizioni tra Fontana e Moratti?

Continuo a pensare che siano una partita aperta. Le divisioni nel centrodestra sono sotto gli occhi di tutti. Dico che serve realizzare una proposta forte che risponda alle criticità, venute finalmente a galla durante la pandemia, che la gestione di questi anni ha ignorato. Il Pd può fare da perno a una coalizione ampia – con tutte le difficoltà del caso – per aggregare diverse realtà e forze politiche intorno a un progetto per una Lombardia diversa.

Dunque, il Pd manterrà l’alleanza con il M5s?

Sono temi ancora in discussione. Certamente, la chiamata che il segretario regionale ha fatto è a tutte le forze di opposizione.