L’estate non rallenta i flussi migratori verso gli Usa, e le politiche in atto nell’area fanno registrare numeri mai visti di arresti in Messico e negli States. E un crescente numero di persone che si affida ai trafficanti di uomini.
È lo stato di Puebla ad essere, negli ultimi giorni, al centro, suo malgrado, di due tristi episodi di cronaca. Il primo, il 13 agosto, racconta di due operazioni congiunte organizzate dalle autorità messicane per l’immigrazione e che hanno portato all’arresto di 688 migranti provenienti principalmente da Guatemala, Cuba, Ecuador, El Salvador, Honduras e Nicaragua.

NELLA PRIMA OPERAZIONE sono stati fermati 567 migranti, di cui 110 minorenni, localizzati e identificati all’interno dell’hotel Conde del Aparador, sull’autostrada federale Puebla-Santa Ana Chiauteman. Una chiamata anonima aveva segnalato all’ufficio migratorio di zona la presenza di persone ammassate all’interno di cassoni trascinati da due roulotte. Arrestate anche le quattro persone che guidavano i mezzi, per loro l’accusa è di traffico di esseri umani.

La seconda operazione, coordinata sempre dall’Istituto nazionale della migrazione, ha trovato e fermato 121 migranti trasportati in un container-rimorchio sull’autostrada Orizaba-Puebla vicino alla città di San Bartolomé Hueyapan. L’autista è stato trattenuto e circa 40 sono stati i minori identificati.

Il 14 agosto, invece, almeno 8 migranti sono morti in un incidente stradale. Un camion si è ribaltato mentre viaggiava lungo l’autostrada. All’interno del mezzo viaggiavano in totale 17 migranti provenienti da Ecuador, Cuba, Venezuela e Nicaragua. «Qualche giorno fa, in uno sfortunato incidente a Puebla, hanno perso la vita 8 migranti. Stiamo seguendo la vicenda e continuiamo seguire i flussi migratori in modo che i loro diritti di esseri umani siano protetti», ha detto ieri il presidente Lopez Obrador (Amlo) durante la sua rituale conferenza stampa mattutina.

Non tutti però la pensano allo stesso modo, tanto che le recenti morti e gli ultimi arresti di migranti a Puebla, assieme ai casi simili che si stanno verificando in altre parti del Messico «continuano a essere il risultato diretto di politiche migratorie che privilegiano la militarizzazione e il contenimento dei flussi di chi transita irregolarmente» secondo l’Istituto Ignacio per i diritti umani ovvero il Servizio dei Gesuiti per i Migranti in Messico.

PER LOPEZ OBRADOR IL MESSICO «sta agendo contro i trafficanti di esseri umani e chi fornisce passaggi in condizioni rischiose e disumane. Al contrario l’Università Iberoamericana di Puebla dice che il governo messicano dovrebbe «cercare efficaci alternative politiche più vicine a quanto stabilito nel Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare».

Sono svariate le realtà che seguendo e difendendo i diritti dei migranti denunciano il fallimento delle politiche di contenimento della migrazione tramite la militarizzazione dei confini come da accordi tra Usa, Messico e Guatemala: da una parte sempre più persone si rivolgono ai trafficanti di uomini dall’altra non si sta assolutamente riducendo il flusso migratorio, tanto che dal primo ottobre 2021, inizio dell’attuale anno fiscale del governo federale Usa, gli agenti della Border Patrol hanno arrestato circa 1,82 milioni di migranti al confine meridionale degli States. Nel solo mese di luglio sono stati registrati quasi 200mila arresti. Numeri mai visti nel recente passato.