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La battaglia contro i «nuovi» Ogm in Italia vista da Via Campesina Europa

«Servono garanzie» La Coalizione Italia libera da Ogm e l’Associazione rurale italiana (Ari) denunciano l’azione delle lobby dell’agricoltura industriale
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 6 giugno 2024

Il 14 maggio 2024 l’Italia ha autorizzato un test in campo aperto di riso geneticamente modificato «Ris8imo» a Mezzana Bigli (Pavia). Come denunciato dall’Associazione rurale italiana (Ari), l’Italia non è più un paese garantito senza Ogm, come era grazie a un divieto di sperimentazione e coltivazione in campo durato oltre 20 anni. Ufficialmente si parla di nuove tecniche genomiche (New genomic techniques, Ngt), Tecniche di evoluzione assistita (Tea).

La Coalizione Italia libera da Ogm e l’Associazione rurale italiana (Ari) si oppongono a questa svolta denunciando l’azione delle lobby dell’agricoltura industriale che stanno dietro le nuove tecniche e che manovrano i governi, chiedendo garanzie nell’applicazione delle norme vigenti a livello europeo e nazionale.

In sostegno a questa lotta, si è espresso anche il coordinamento europeo Ecvc del movimento agricolo internazionale «La Vía campesina». Il comunicato ricorda anche che nel 2022 il Parlamento italiano ha utilizzato una risoluzione sull’Ucraina per chiedere l’uso di nuove tecnologie genetiche dedicate ad aumentare la produttività delle piante.

Successivamente, il governo Meloni ha autorizzato la sperimentazione, inserendola in un decreto sulla siccità: «L’Italia fa riferimento alla categoria Ngt proposta dalla Commissione europea ma non ancora adottata, e fortemente criticata da alcune agenzie nazionali».

I negoziati sono in effetti bloccati a livello di Consiglio dell’Ue, in ragione di rischi e preoccupazioni. Continua Ecvc: «Non è stata effettuata alcuna valutazione del rischio per questo test sul campo e per la potenziale coltivazione, né in termini di impatto sanitario e ambientale, né per quanto riguarda i danni economici che potrebbero derivarne in settori quali l’agricoltura biologica, le denominazioni di origine e anche l’attività economicamente fiorente della moltiplicazione delle sementi certificate».

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