Il massacro di Solingen rivendicato dall’Isis
Germania Tre morti e otto feriti. «Atto di terrorismo» dirompente a sei giorni dal voto in Sassonia e Turingia. Fermato un siriano
Germania Tre morti e otto feriti. «Atto di terrorismo» dirompente a sei giorni dal voto in Sassonia e Turingia. Fermato un siriano
Il giorno dopo l’attacco al festival per i 650 anni della città di Solingen che ha provocato 3 morti e 8 feriti – di cui 4 gravi – la Germania si misura con l’orrore del massacro e il terrore dell’inevitabile effetto collaterale sull’imminente voto in Sassonia e Turingia.
Nulla di più dirompente di un «atto terroristico» rivendicato dall’Isis 6 giorni prima delle elezioni destinate a cambiare la politica del Paese. Specialmente quando l’evento è fin da subito affollato di testimonianze bollate come inverificabili prima di tutto dagli investigatori, e se il governo Scholz è già spaccato sulle contromisure da prendere: la Spd vuole l’ennesimo giro di vite sulla sicurezza, i liberali frenano. «Si sospetta un uomo dall’aspetto arabo, abbigliamento sportivo, barba folta tra i 20 e i 30 anni» sentenzia subito la Bild, seguita da Welt am Sonntag (stesso editore) che rincara con «un testimone l’ha sentito urlare Allah Akbar, un altro sa che frequentava la moschea locale». Tanto basta al leader dell’ala ultra-destra, Bjorn Höcke, per postare su X l’allarme per la Germania vittima della «multi-culturizzazione imposta». Finché alle 20.30 deflagra la bomba mediatica: «C’è la rivendicazione dell’Isis» sul web, scrive la stampa nazionale ma anche la tv svizzera di lingua italiana. In serata la polizia ha fatto irruzione in un centro di accoglienza per richiedenti asilo poco lontano dal luogo del delitto, avrebbe arrestato un cittadino siriano.
Le informazioni ufficiali sono solo quelle fornite durante la conferenza stampa congiunta della procura e della polizia di Düsseldorf. «Abbiamo fermato un sospetto: un ragazzo di 15 anni. Non escludiamo l’ipotesi di terrorismo ma stiamo verificando il reale movente dell’attacco» spiega il prudente capo della polizia, Thorsten Fleiss, conscio della potenziale miscela esplosiva dei dettagli di pubblico dominio. «Secondo i testimoni poco prima dell’attacco uno sconosciuto avrebbe parlato con il 15enne delle modalità operative adatte per portare a termine l’azione (rivelandogli: «Oggi pugnalerò tutti», scrive la Bild, ma la procura non conferma) ma non sappiamo se l’arrestato è l’autore materiale dell’aggressione. Per il momento lo accusiamo solo di non avere denunciato il piano» precisa il pubblico ministero, Markus Caspers. Il coltello utilizzato per il massacro pare essere stato ritrovato a 200 metri dalla piazza del mercato, ma non è l’unico sequestrato.
Per ora la scelta delle vittime appare casuale. I tre morti – una donna di 56 anni e due uomini di 67 e 56 pugnalati al collo venerdì alle 21.30 durante il Dj-set del festival di Solingen – non sembrano avere collegamenti fra loro, così come i feriti. Ben prima e al di là della rivendicazione dell’Isis, dopo l’aggressione sono scattate in tutta la Renania «estese perquisizioni» alla ricerca dell’autore in fuga. Per paradosso Solingen, nota per la forgiatura delle spade nel medioevo, è la città meno violenta del Land. «Capisco la paura, ma non mi sentirei di chiedere ai cittadini di barricarsi in casa. Anzi, il contrario» chiosa il commissario Fleiss.
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